Il cadavere di Maria Fresu, la vittima sarda della strage di Bologna, è scomparso.

Ora è ufficiale, i resti attribuiti alla Fresu non le appartengono, lo ha stabilito la perizia del Dna disposta nel processo all'ex Nar Gilberto Cavallini.

La notizia conferma la scomparsa del cadavere della giovane madre sarda e l'esistenza di una 86esima vittima della strage. Vittima di cui nessuno ad oggi ha reclamato il corpo, e che potrebbe essere la persona che trasportava l'ordigno, una valigia esplosiva.

L'esame del Dna è stato eseguito sui reperti organici - un osso della mano e un lembo facciale con uno scalpo - ritrovati nella bara di Maria Fresu, i cui resti sono stati riesumati lo scorso 25 marzo. Nessun riscontro con il Dna del fratello e della sorella della Fresu.

Una perizia resa necessaria per tutta una serie di incongruenze e misteri che gravano sulla fine della giovane sarda, scomparsa non si sa come né deove, e che hanno fatto ipotizzare ad alcuni l'esistenza di un'86esima vittima, la terrorista che trasportava l'ordigno appunto.

"Maria era di fronte a me, a Verdiana e alla bambina, la piccola Angela. Noi eravamo sedute. Lei era lì davanti, in piedi. Poi ci fu l'esplosione. Svenni. E quando riaprii gli occhi solo Maria non c'era più. Era scomparsa. Verdiana e la bambina erano a terra, di spalle. Immobili''. Così Silvana Ancillotti, amica di Maria Fresu sopravvissuta all'esplosione, racconta quei momenti drammatici.

(Unioneonline/L)
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