La Corte d'assise d'appello di Ancona ha confermato la condanna a 12 anni di carcere inflitta a Luca Traini, il 30enne che nel febbraio 2018 per "vendicare" la morte di Pamela Mastropietro ferì a colpi di pistola sei migranti a Macerata.

Persone scelte assolutamente per caso, passanti che camminavano per la strada e la cui unica "colpa" era di essere di colore come Innocent Oseghale, il pusher coinvolto nell'omicidio di Pamela.

Anche per i giudici di secondo grado si trattò di strage aggravata dall'odio razziale, oltre alle accuse di danneggiamento e porto abusivo d'arma.

La Corte, presieduta da Giovanni Treré, ha confermato anche il diritto delle 13 parti civili al risarcimento da quantificare in sede civile con provvisionali esecutive, dai mille ai 10mila euro: tra loro i sei feriti, altri "sfiorati" dalle pallottole, il Comune di Macerata, il Pd maceratese e due locali danneggiati. Il difensore, Giancarlo Giulianelli, ha contestato l'accusa di strage e i motivi razziali, e chiesto le attenuanti generiche. Senza successo. Ricorrerà in Cassazione.

"La condanna per strage? Me l'aspettavo - ha commentato Traini, mentre veniva portato via dalla polizia penitenziaria per tornare in carcere ad Ancona -. Ora aspetto la verità anche per Pamela, Oseghale non può aver fatto tutto da solo".

(Unioneonline/D)
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