C'è un nuovo testimone nel caso di Stefano Cucchi, e le sue dichiarazioni potrebbero essere decisive nel nuovo processo sulla morte del giovane romano, che prende il via il prossimo 13 ottobre e vede sul banco degli imputati cinque carabinieri.

"La sua deposizione è importante perché ci descrive uno Stefano particolarmente in difficoltà fisiche, aggrappato alle sbarre, e che non riesce a reggersi in piedi: altro che lesioni dolose lievi", ha detto Fabio Anselmo, avvocato della famiglia Cucchi.

Fino ad oggi il teste non ha parlato perché era in carcere a Regina Coeli.

"Inizia il processo, quello vero, quello che potrà dimostrare a me e a tutti noi che la giustizia può essere davvero giusta e uguale per tutti", ha detto Ilaria Cucchi, sorella del ragazzo morto a ottobre 2009.

"Questa volta - ha aggiunto - l'imputato non sarà Stefano Cucchi, sarà un processo serio. Per la verità. Pensiamo a quanti Stefano Cucchi non hanno avuto questa possibilità".

IL CARABINIERE - Roberto Mandolini, uno dei carabinieri imputati nel nuovo processo sulla morte di Cucchi, si è affidato a Facebook per ribadire che "non c'è stato nessun pestaggio, come confermano le testimonianze del padre, le perizie medico legali della famiglia e del Gip". "Cucchi - continua il militare - era pesantemente debilitato, come testimoniato dalle sue condizioni fisiche con 20 anni di tossicodipendenza e 17 ricoveri durante l'anno". Secondo Mandolini, è solo un "caso mediatico". "La verità trionferà, per adesso aspettatevi di tutto e di più, menzogne su menzogne", è la chiosa del carabiniere.

(Redazione Online/L)

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