Nel corso di una sparatoria avvenuta ieri sera poco prima delle 20 a Milano, quartiere periferico di Figino, è stato ucciso Vittorio Boiocchi, 69 anni, storico capo ultrà dell’Inter. 

Inutile si è rivelata la corsa dell’ambulanza all’ospedale San Carlo, l’uomo è stato raggiunto da diversi colpi di arma da fuoco al collo e al petto.

Mancava poco all’inizio della partita in casa dei nerazzurri contro la Sampdoria quando si è verificato quello che appare come un agguato.

Quando la notizia si è diffusa allo stadio nella Curva Nord, gli ultras sono rimasti in silenzio, senza esporre striscioni e intonare cori. Infine i Boys hanno abbandonano gli spalti - il secondo anello - durante l'intervallo.

Boiocchi aveva alle spalle diverse condanne definitive per rapina, traffico di droga e sequestro di persona. Nel 2021 era stato arrestato dalla Squadra mobile milanese, che ora indaga sul suo omicidio, dopo essere stato sorpreso in auto insieme al pluripregiudicato sardo Paolo Cambedda con una pistola, un coltello, delle manette, un taser e una pettorina della Guardia di finanza, materiale che poi si è rivelato essere attrezzatura per compiere un’estorsione. Lo scorso maggio la Cassazione aveva bocciato il suo ricorso, motivo per cui doveva restare a due chilometri dallo stadio durante le partite.

(Unioneonline/s.s.)

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