Chiedeva soldi in cambio delle terapie effettuate su una persona “con fragilità”. Per questo un medico chirurgo in servizio al 118 della Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila, L.P., è stato arrestato in flagranza per concussione dai carabinieri del Nas di Pescara.

Le indagini sono scattate dopo la denuncia presentata dalla vittima, che in occasione di una visita di emergenza al Pronto soccorso dell’Ospedale di Sulmona, aveva ricevuto richieste di ingenti somme di denaro per la somministrazione, a domicilio, di terapie adiuvanti provenienti dalla Svizzera.

I militari si sono appostati dove vittima e medico avevano appuntamento per la consegna della somma: 230 euro. L.P. aveva intascato i soldi senza esitazione e, prima che inoculasse alla paziente – per via endovenosa – il farmaco che aveva portato con sé - sono intervenuti. Da sottolineare che l’iniezione non rientrava in un piano terapeutico alla donna che stava affrontando cure salvavita e usando un dispositivo medico risultato scaduto di validità.

Il medico è accusato del delitto di concussione consumata nei confronti della paziente, poiché, abusando della sua qualità di pubblico ufficiale e approfittando della condizione di estrema fragilità della vittima, derivante dalle gravi patologie di cui soffre, pretendeva somme di denaro, da versare ad ogni somministrazione, in cambio di una verosimile specialità medicinale, pur conoscendo le delicate condizioni della donna. Tra i farmaci nella sua disponibilità, sono stati trovati flaconi riportanti l’indicazione “per uso riservato agli ospedali” dei quali si sta accertando la reale provenienza.

(Unioneonline/s.s.)

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