Ha vinto il concorso per funzionario del Ministero della Giustizia ed è stata assegnata in Sardegna. Ma, essendo siciliana, ha ritenuto la nomina “ingiusta” e si appellata al Consiglio di Stato. E i giudici hanno accolto la sua domanda cautelare, bloccando il trasferimento e riaccendendo la speranza della giovane, residente a Palermo, di restare nella sua isola natìa.

La vincitrice del concorso, secondo quanto rendono noto gli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia, a causa di alcuni errori nella valutazione dei titoli, è stata assegnata a prestare servizio in Sardegna.

In particolare, la commissione d'esame non avrebbe attribuito alla candidata palermitana l'ulteriore punteggio, previsto dal bando, per avere svolto il tirocinio formativo presso gli uffici giudiziari.

Sicché, la candidata è stata collocata in fondo alla graduatoria di merito e, per l'effetto, assegnata a prestare servizio lontano dalla propria residenza in Sicilia.

La giovane candidata, ritenendo come detto ingiusto il punteggio attribuitole dalla commissione del concorso, si è rivolta ai due legali per chiedere giustizia e riparare al torto subito.

In prima battuta, il Tar Lazio ha respinto il ricorso proposto ed allora gli avvocati Rubino e Impiduglia hanno proposto appello innanzi il Consiglio di Stato, chiedendo la riforma, previa sospensione, degli effetti della sentenza di primo grado.

Con decreto presidenziale, confermato in sede collegiale, il Consiglio di Stato, ritenendo fondato ad un primo esame l'appello proposto dagli avvocati e che, nel bilanciamento tra gli interessi coinvolti dalla fattispecie, deve ritenersi prevalente quello al mantenimento della res adhuc integra, evitando che l'appellante possa subire un radicale cambiamento della propria vita, ha accolto l'istanza cautelare, sospendendo l'efficacia della sentenza resa in primo grado dal Tar. Conseguentemente, per effetto della decisione cautelare resa dal Consiglio di Stato, la giovane palermitana non dovrà prendere servizio in Sardegna.
(Unioneonline/l.f.)

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