Al Gip aveva confessato di aver partecipato allo stupro della ragazza di 19 anni il 7 luglio scorso tra le lamiere del cantiere edile al Foro Italico di Palermo. Una confessione dettata anche da prove video inoppugnabili in mano agli inquirenti. Il giudice gli aveva revocato la custodia cautelare nel carcere per minori (è diventato maggiorenne qualche giorno dopo la violenza sessuale) mandandolo in una comunità di recupero sostenendo che il ragazzo avesse compiuto una "rivisitazione critica" del suo comportamento". Ora, dopo tre giorni, torna nell'istituto penale minorile Malaspina il diciottenne accusato, insieme ad altri sei giovani, con età tra i 18 e i 22 anni, di aver stuprato la diciannovenne filmando le fasi della violenza.

Avrebbe girato una serie di video, postati su Tik Tok, violando le prescrizioni del magistrato, in cui si vanta dei messaggi ricevuti da diverse ragazze. Il giovane sulla piattaforma social ha messo anche alcune frasi come "chi si mette contro di me si mette contro la morte".

A pesare sulla nuova decisione del gip Antonina Pardo sarebbe stato anche l'esame attento dei messaggi e dei commenti dopo lo stupro scritti agli altri presunti violentatori che proverebbero che nel corso dell'interrogatorio avrebbe mentito al giudice sul suo "pentimento" e non avrebbe detto la verità sulle fasi della violenza sessuale.

Le sue dichiarazioni, scrive il gip, «hanno avuto una valenza assolutamente strumentale volta unicamente ad ottenere l'attenuazione della misura».

«Tali nuovi e sopraggiunti elementi investigativi - scrive nel provvedimento Pardo - tratteggiano la personalità di un giovane che lungi dall'aver avviato un percorso di consapevolezza del gravissimo reato commesso, avendo ottenuto condizioni di maggiore libertà con l'inserimento in comunità ha continuato ad utilizzare il telefono cellulare o altro dispositivo informativo per vantarsi delle sue gesta e per manifestare adesione ai modelli comportamentali criminali». 

(Unioneonline)

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