Condannato dopo 17 anni. È passato più di un decennio da quando un peruviano 50enne ha iniziato ad abusare sessualmente della sua figliastra che poi si è uccisa.

Tutto inizia nel 2000 quando la piccola lascia il Perù per raggiungere la mamma in Italia. Era partita soprattutto per sfuggire alle molestie del cugino 15enne che si "prendeva cura" di lei, abusandone da quando aveva 5 anni.

Al suo arrivo in Italia, però, l'incubo continua: il suo patrigno inizia a violentarla per almeno 3 anni. Quando trova il coraggio di parlare e denunciare i fatti, la madre anziché proteggerla la manda via di casa. Lei si rifugia in comunità e inizia a soffrire di disturbi alimentari.

Nel 2006, il patrigno doveva essere giudicato in primo grado, ma poco prima della sentenza la ragazza si toglie la vita.

Dopo diversi rinvii, la giovane solo oggi può finalmente avere giustizia.

I giudici della Cassazione hanno respinto l'ennesimo ricorso dell'imputato considerandolo inammissibile visto che un'altra udienza avrebbe portato alla prescrizione del reato.

L'uomo adesso dovrà scontare una pena di 3 anni e sei mesi.
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