False attestazioni a incaricato di pubblico servizio e indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato.

Sono le accuse di cui devono rispondere a vario titolo 350 denunciati nel Vibonese, accusati di essersi procurati illecitamente e certificando il falso i buoni spesa Covid. Tra loro ci sono anche affiliati alla 'ndrangheta.

Lo hanno scoperto i carabinieri delle Compagnie di Serra San Bruno e Tropea a conclusione di un'attività di verifica coordinata dalla Procura di Vibo Valentia guidata da Camillo Falvo. I denunciati risiedono nei comuni di Vibo Valentia, Dasà, Limbadi, Mongiana, Joppolo Nicotera, Pizzoni, Polia, Ricadi, Rombiolo, San Nicola da Crissa, Serra San Bruno, Sorianello, Vazzano, San Calogero, Spilinga, Zaccanopoli e Zungri.

LE INDAGINI – Gli indagati, stando a quanto emerso, hanno falsificato la loro posizione economica risultando indigenti quando in realtà non lo erano. Hanno dunque dichiarato il falso sulla residenza e sul numero dei componenti del nucleo familiare, sul fatto di ricevere, nello stesso periodo, altri sussidi sociali che, superata una certa soglia, non avrebbero consentito l'ottenimento del buono alimentare.

Tra i denunciati c'era chi percepiva regolarmente un reddito da lavoro dipendente o anche chi possedeva decine di migliaia di euro in buoni postali depositati.

Per ricostruire la situazione economica dei "furbetti", i carabinieri delle Stazioni si sono avvalsi della collaborazione dell'Inps, delle banche dati in uso alle forze di polizia e degli istituti di credito. Il danno erariale complessivo è stimato in circa 100.300 euro. I 350 indagati rischiano una sanzione amministrativa compresa tra i 5.164 e i 25.822 euro. Le indagini non sono concluse, in corso ulteriori controlli negli altri comuni della Provincia.

(Unioneonline/D)

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