Sharon Verzeni, si passa al metodo Yara: raccolto il Dna di decine di persone
Ancora nessuna pista concreta per gli investigatori, si passa all’analisi dei profili genetici: però mirata, non a tappeto come nel caso della 13enneIl metodo Yara per trovare l’assassino di Sharon Verzeni, la donna di 33 anni uccisa con quattro coltellate la notte tra il 29 e il 30 luglio scorsi in strada, durante la sua passeggiata notturna a Terno d’Isola, provincia di Bergamo.
I carabinieri hanno convocato decine di persone per il prelievo del Dna, in modo da confrontarlo con le tracce genetiche riscontrate sugli abiti e sui campioni prelevati durante l’autopsia sul corpo della donna. Chiamati i soccorritori, chi abita nella zona del delitto o chi si trovava lì la sera in cui è stata uccisa, segnalato dalle celle telefoniche.
Un metodo che ricorda il caso di Yara Gambirasio, la 13enne sequestrata e uccisa il 26 novembre 2010 a Brembate Sopra, paese che dista appena 7 km da Terno d’Isola. All’assassino (Massimo Bossetti è stato condannato in via definitiva) si arrivò proprio grazie a un’analisi a tappeto dei profili genetici del territorio. Allora però si tratto di una profilazione a tappeto con 22mila test, in questo caso è mirata.
Ad ogni modo anche l’indagine per il delitto di Sharon si sta rivelando molto complessa. A oggi gli inquirenti - i carabinieri di Bergamo, coordinati dal sostituto procuratore Emanuele Marchisio - non si sbilanciano e mantengono il massimo riserbo sul caso: non è chiaro se a uccidere Sharon sia stato uno sconosciuto, tesi avallata dalla vita all'apparenza senza ombre della vittima, oppure qualcuno che la conosceva e voleva colpire proprio lei, come indicherebbe la violenza dei colpi del killer. Di professione barista al Vanilla di Brembate, da qualche tempo era solita uscire la sera a camminare, come le era stato consigliato da un dietologo. Spesso, ha spiegato il compagno Sergio Ruocco, lui la accompagnava. Non la sera del delitto perché, ha riferito, era stanco ed è andato a dormire. Le telecamere della zona attorno alla casa in cui viveva con Sharon, a circa 800 metri da dove è stata aggredita, non lo riprendono uscire né dalla parte anteriore, dove invece si vede lei uscire, né sul retro, dove una strada sterrata conduce comunque in una zona coperta dalle telecamere. Oltre cento le ore di filmati, estrapolati da una cinquantina di telecamere pubbliche e private, che hanno analizzato i carabinieri del Ros. L'assassino non si vede mai, ed è una delle cose a cui gli investigatori stanno cercando di dare una spiegazione per arrivare a capire chi sia e perché abbia ucciso Sharon.
L’inchiesta punta anche ad estrapolare qualcosa di utile dalla copia forense del suo cellulare, dove si cercano eventuali chat o messaggi nascosti che possano indirizzare le indagini verso una pista precisa, verificando il traffico delle sue ultime ore di vita, ma non solo.
(Unioneonline/L)