Pizzo e pestaggi, sgominati i “clan” degli ultrà di Inter e Milan: 19 arresti, anche il bodyguard di Fedez
Sugli indagati l’accusa di associazione a delinquere con aggravante mafiosaGli agenti del Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, della Squadra Mobile e della S.I.SCO di Milano stanno eseguendo decine di misure cautelari e decreti di perquisizione nei confronti di persone indagate a vario titolo per associazione per delinquere, con l'aggravante del metodo mafioso, estorsione, lesioni ed altri gravi reati.
Gli indagati sono quasi tutti riconducibili alle tifoserie ultras di Inter e Milan e i reati connessi al giro d'affari legato al contesto calcistico.
Tra gli ultrà coinvolti nel maxi blitz ci sono uno dei capi ultrà interisti, Marco Ferdico, molto legato ad Antonio Bellocco, lo 'ndranghetista ucciso il 4 settembre da Andrea Beretta, anche lui al vertice della curva nerazzurra e in carcere per omicidio. E poi Luca Lucci, capo degli ultras milanisti, già condannato per droga e noto perché si fece fotografare nel 2018 con l'allora vicepremier Matteo Salvini alla festa per i 50 anni della Curva Sud. In più anche Christian Rosiello, noto come il bodyguard di Fedez perché rimasto coinvolto nel presunto pestaggio ai danni di Cristiano Iovino.
Tra i presunti traffici nel mondo delle curve, su cui la Procura di Milano stava indagando da tempo, ci sono anche la gestione degli affari dell'indotto dello stadio di San Siro, dai parcheggi alla vendita di gadget e panini, fino a quello dei biglietti per le partite.
Dalle indagini dei pm Paolo Storari e Sara Ombra sono emerse anche estorsioni e richieste di "pizzo" nei confronti degli ambulanti che vendono panini e cibo fuori dal Meazza, oltre ad una serie di pestaggi e cosiddetti "reati da stadio".
Diciannove le misure cautelari, 16 in carcere e tre ai domiciliari. I reati contestati sono associazione per delinquere con l'aggravante mafiosa, estorsione, false dichiarazioni o attestazioni in atti destinati all'autorità giudiziaria, possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi, accesso abusivo a sistemi informatici, lesioni, percosse, rissa e resistenza a pubblico ufficiale.
Come spiega il procuratore di Milano Marcello Viola in una nota si tratta di «una complessa indagine» delle Dda milanese «che ha riunito diversi filoni investigativi condotti da più articolazioni della Polizia di Stato, nonché dal Gico di Milano e dallo Scico della Gdf». Assieme «all'esecuzione delle misure cautelari sono state delegate ed eseguite decine di perquisizioni a carico di ulteriori indagati». Inoltre, la Divisione Anticrimine della Questura di Milano «ha applicato a più soggetti diversi divieti di accesso ai luoghi, ove si svolgono manifestazioni sportive», ossia dei Daspo, o «ha comunque avviato la relativa procedura nei confronti di numerose altre persone». Le indagini hanno consentito, secondo l'accusa, «di accertare l'esistenza di infiltrazioni criminali tra gli ultrà e hanno coinvolto i principali esponenti dei cosiddetti 'direttivi' delle tifoserie organizzate delle due principali squadre calcistiche milanesi».
(Unioneonline/D)