"Sei un untore, meriti la morte": marittimo li denuncia per diffamazione
L'uomo, positivo al Covid, era stato preso di mira per una presunta festaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Da tempo era stato preso di mira per una presunta festa di compleanno con decine di partecipanti, da lui organizzata nonostante avesse sintomi da coronavirus.
Tutto falso però e l'uomo, un marittimo di 63 anni di Vico Equense, in provincia di Napoli, ha presentato una denuncia-querela ai carabinieri. Agli investigatori della Procura di Torre Annunziata ha chiesto l'identificazione di 15 persone, che definisce "leoni da tastiera", responsabili, a suo dire, di averlo denigrato e diffamato "a mezzo stampa" tra il 3 aprile e il 30 maggio scorsi, dopo la pubblicazione di un post su Facebook nel quale il sindaco rendeva noto alla popolazione della presenza di casi di coronavirus in città.
"Papà è sbarcato il 15 marzo - dice il figlio, anche lui marittimo - qualche linea di febbre è apparsa una decina di giorni dopo. Nessun sintomo riconducibile al coronavirus e non immaginavamo che fosse positivo. Poi, dopo il post del sindaco, si sono scatenati i 'leoni da tastiera' che hanno pubblicato la foto di mio padre con commenti violenti, in cui gli auguravano addirittura la morte. Una settimana dopo i sintomi del Covid si sono fatti vivi e papà è stato costretto alle cure mediche in ospedale. Adesso sta bene. Per fortuna i tamponi sono negativi. Ma le lesioni inflitte alla sua reputazione fanno più male di quelle che il virus ha lasciato ai suoi polmoni".
Per i due legali del 63enne, il marittimo sarebbe stato vittima di diffamazione e violazione della privacy: "Quanto accaduto a questo onesto lavoratore e buon padre di famiglia, vittima di un episodio di cyberbullismo, - dice l'avvocato Angelo Pisani che con il fratello Sergio difende il marittimo - impone una riflessione: i social non devono permettere tali attacchi gratuiti, discriminazioni e danni irreparabili e le società di software devono controllare e non consentire la creazione di falsi profili dove i leoni da tastiera pensano di agire senza assumersi responsabilità. I profili devono essere tutti certificati con una procedura di riconoscimento on-line previa esibizione e invio di documenti di riconoscimento prima della messa in rete e a questo punto meglio un elenco che una giungla".
"Mio padre - conclude il figlio del 63enne - è stato pesantemente offeso, bullizzato e discriminato, anche se adulto. E' stato isolato dai concittadini e dagli amici, confusi da quelle false notizie, e questo gli ha causato ulteriore sofferenza".
(Unioneonline/D)