Solo grazie all'eroismo di uno dei due piloti deceduti non si è trasformato in una sciagura con molti morti quanto avvenuto poco prima di mezzogiorno a Guidonia, centro alle porte di Roma, dove due velivoli del 60° Stormo dell'Aeronautica Militare, per ragioni ancora da accertare, si sono scontrati nella fase che precede l'atterraggio.

A perdere la vita due piloti esperti: il tenente colonnello Giuseppe Cipriano, 47 anni originari di Taranto, istruttore con 6000 ore di volo all'attivo, e il maggiore Marco Meneghello, nato a Legnago 45 anni fa e anch'egli con una lunga esperienza con operazioni fuori dai confini nazionali.

I due mezzi sono precipitati in pochi istanti. Uno è andato a schiantarsi in una zona rurale di Collefiorito di Guidonia, il secondo velivolo, a bordo del quale c'era Meneghello, è caduto in via della Margherita, nel pieno centro abitato. In questo caso il pilota è riuscito ad effettuare una manovra disperata, proprio per evitare che il mezzo andasse a finire sulle abitazioni.

«Ha fatto qualcosa per evitarli, li ha schivati - racconta un testimone oculare -. Secondo me una manovra per graziarci, perché poteva prendere i palazzi».
Su quanto avvenuto la Procura di Tivoli, così come quella Militare, ha aperto un fascicolo di indagine. Il reato ipotizzato dai magistrati ordinari è quello di disastro aereo colposo. Il fascicolo è contro ignoti e i pm hanno affidato l'incarico per le autopsie che verranno effettuate domani.

«Dalle prime ricostruzioni è ragionevole ipotizzare - spiega il procuratore Francesco Menditto - che il velivolo caduto nella strada sia stato lì direzionato dal pilota per recare il minor danno possibile a cose e persone, tanto che i danni sono stati limitatissimi. Diversamente, una precipitazione sugli edifici ai lati della strada avrebbe causato numerose vittime».

Secondo quanto hanno raccontato i testimoni il velivolo pilotato da Meneghello «è caduto in posizione verticale, come un taglio di coltello» e il militare ha immediatamente gridato aiuto ma in quell'istante il mezzo ha preso fuoco. «Mi sono avvicinato e ho provato a fare qualcosa ma era impossibile per colpa della fiamme - racconta un ragazzo -. L'aereo è caduto come una foglia morta. Per fortuna è finito sulla strada e non addosso a una casa. Sarebbe potuta essere una tragedia ancora peggiore».

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato al Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, un messaggio di cordoglio e di «solidarietà e intensa partecipazione al dolore dei congiunti». L'Aula del Senato ha ricordato le due vittime con un applauso mentre alla Camera è stato osservato un minuto di silenzio. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha espresso le condoglianze e «la vicinanza di tutta la famiglia della Difesa».

(Unioneonline/D)

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