Un errore giudiziario clamoroso che le ha distrutto la carriera e per cui ora Greta Gila, modella ungherese di 24 anni, chiede 100mila euro di risarcimento allo Stato italiano.

I fatti risalgono al 22 marzo 2019 quando Greta, miss turismo nel 2018 e tra le partecipanti a miss universo, era in Italia, da dove sarebbe dovuta partire per un servizio fotografico a Tokyo.

Fu scambiata per una narcotrafficante. Mentre era in hotel la Polizia giudiziaria bussò alla sua stanza e la arrestò, per rinchiuderla in carcere a Civitavecchia con l’accusa di spaccio internazionale di droga. "Pensavo fossero sequestratori”, dirà la giovane.

Dopo due mesi e mezzo in cella venne scarcerata e fu disposto per lei l’obbligo di firma. A dicembre, dopo un’odissea di 10 mesi, l’archiviazione dell’inchiesta.

Il gip archiviando il caso sottolineò l’errore giudiziario, scaturito da una falsa testimonianza che bastò per farla finire in cella: una sua conoscente infatti, fermata a Fiumicino con della cocaina, aveva detto che la droga era destinata proprio a Greta.

Lei non era una pusher e la droga non era per lei, come la giovane donna ha sempre sostenuto, insomma. Ma intanto il servizio fotografico in Giappone è stato cancellato e le offerte di lavoro si sono volatilizzate per via dei quell’infamante accuse. Oltre a quei due mesi e mezzo in carcere che l’hanno segnata, provocando insonnia, depressione e crisi di panico.

Per questo la ragazza, tramite l’avvocato Massimo Scaringella, ha chiesto un risarcimento per ingiusta detenzione e punta ad ottenere 100mila euro. La Corte d’Appello di Roma deciderà il 22 febbraio.

(Unioneonline/L)

© Riproduzione riservata