La procura generale ha chiesto una condanna a un anno e un mese di reclusione per il sindaco di Milano Beppe Sala, nell'ambito del processo sulla "piastra dei servizi" di Expo 2015.

Il primo cittadino, in qualità di commissario unico e amministratore delegato della società, è accusato di falso materiale e ideologico.

Avrebbe retrodatato di 13 giorni due verbali di nomina di due membri della commissione aggiudicatrice per non dover rifare la gara e mettere così a rischio l'inaugurazione dell'evento.

"Il reato - ha spiegato il sostituto pg Massimo Gaballo - è documentalmente provato".

"Sala non è credibile quando cerca di minimizzare il problema che invece era grave, perchè poteva pregiudicare la realizzazione dell'evento", ha detto ancora Gaballo.

Nel suo interrogatorio in aula, il sindaco di Milano aveva sostenuto di non avere mai avuto "la consapevolezza della retrodatazione dei verbali".

Delle stesse accuse deve rispondere anche l'ex braccio destro del primo cittadino, il manager Angelo Paris. Per Sala è invece caduta l'ipotesi di reato più grave nei confronti dell'ex commissario straordinario dell'Esposizione, quella di turbativa d'asta per l'appalto del verde relativo alla fornitura di 6mila alberi per il sito di Rho, che venne scorporato dalla gara principale

(Unioneonline/F)
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