Non si placa la bufera sul liceo romano Eugenio Montale dopo le indiscrezioni sulla presunta relazione tra uno studente 19enne e la preside.

Parte degli studenti chiede le dimissioni della dirigente "perché doveva dare l'esempio", ma non tutti la pensano così: "La maggior parte degli studenti non è indignata. Pensiamo in molti la stessa cosa: 'Sono maggiorenni fanno come gli pare'. Nel caso poi non c'è nemmeno stata compromissione nell'andamento scolastico del ragazzo, per cui qual è il problema?", le parole di uno studente dell’istituto ormai assediato dai giornalisti e che fino a poco tempo era famoso solo per essere stata la scuola di Damiano dei Maneskin.
La dirigente intanto continua a smentire, giustificando tutto con una sorta di guerra professionale e spiegando che "collaboratori infedeli mi hanno voluto danneggiare": è stata ascoltata dagli Ispettori dell'Ufficio scolastico regionale intervenuto per attivare delle verifiche.

Lo studente avrebbe invece confermato la liaison in almeno due audizioni davanti ad alcuni responsabili dell'Istituto. Un suo amico sostiene che "si è pentito che sia uscita questa storia, è dispiaciuto: io sapevo che le chat con la preside erano solo colloqui cordiali".

Tocca ora all’ufficio scolastico regionale occuparsi di verificare se il comportamento della dirigente "ha violato la sua funzione", ossia se in qualche modo, la relazione, se fosse accertata, possa davvero aver condizionato la condotta all'interno dell'istituto e inficiato lo svolgimento della vita scolastica del 19enne, o il suo rendimento. Poi l'ultima decisione sarà a discrezione dell'Ufficio. 

Intanto l’avvocato della preside, Alessandro Tommasetti, condanna le indiscrezioni della stampa: “Pubblicare nome, cognome, professione, foto e audio in assenza di reato e ancor prima di qualsiasi ricerca della verità non è diritto di cronaca ma negazione totale alla privacy e negazione dei diritti fondamentali per un essere umano donna o uomo che sia. In questo caso la dott.ssa Quaresima è stata oggetto di una caccia alle streghe come forse nel più buio Medioevo poteva accadere".

"La domanda da porsi oggi è fino a dove un certo 'giornalismo' possa colpire la vita umana e professionale di una donna con consapevolezza e assoluto e ingiustificato sadismo di 'cronaca'. I protagonisti sono maggiorenni. Elemento essenziale e fino ad ora quasi minimizzato. Con il protagonista maschile tenuto ancora oggi in assoluto anonimato e non si comprende perché. Lo squilibrio d'informazione va sempre criticato ma qui c'è molto di più e cioè un evidente e grandissimo problema mediatico di disparità di genere che come tale va riconosciuto e affrontato", conclude il legale.

(Unioneonline/D)

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