Maxi sequestro di beni per un valore di 16 milioni di euro nei confronti di tre ex dirigenti della Banca Popolare di Bari.

Gianluca Jacobini, ex codirettore della Banca, Giuseppe Marella e Nicola Loperfido, responsabili dell'Internal Audit e della Direzione Business dell'istituto, sono accusati di ostacolo alla vigilanza. Jacobini anche di false comunicazioni sociali.

L'istituto era stato commissariato nel dicembre 2019 da Bankitalia. E BpB è indagata per la responsabilità amministrativa dell'ente.

Secondo le indagini della Guardia di Finanza, coordinate dal procuratore aggiunto Roberto Rossi e dai sostituti Savina Toscani e Federico Perrone Capano, gli indagati avrebbero concesso finanziamenti ad alcuni clienti della banca, prevalentemente grossi gruppi imprenditoriali, "direttamente o indirettamente utilizzati per l'acquisto di azioni proprie, complessivamente incidenti sui fondi propri della banca, in negativo, per 48,9 milioni di euro".

Nel bilancio e nel patrimonio di vigilanza, che garantisce la solidità della banca, non avrebbero però - secondo l'accusa - dovuto inserire il valore di queste azioni perché, semplificando, non si tratta di soldi nuovi ma di fondi della banca stessa. Invece lo avrebbero fatto, nascondendolo a Bankitalia e comunicando, per il quarto trimestre del 2015, un ammontare dei fondi della Popolare di Bari "non

corrispondente al vero", "sovrastimato".

(Unioneonline/v.l.)
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