Arresti domiciliari per il sindaco di Pescia (Pistoia), Oreste Giurlani.

L'accusa è quella di peculato.

Secondo i magistrati della procura di Firenze, che ha avviato l'indagine, condotta dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Firenze, il primo cittadino si sarebbe impossessato di oltre 570mila euro provenienti dalle casse dell'Unione nazionale dei comuni e delle comunità enti montani (Uncem) della Toscana, di cui Giurlani è stato presidente dal 2005 al 2016.

Secondo gli inquirenti, Giurlani avrebbe trasferito dal conto corrente dell'associazione - su cui poteva agire direttamente - al suo personale la somma complessiva di oltre 570mila euro.

Il sindaco si sarebbe "auto-liquidato" una somma di denaro superiore a 200mila euro, senza alcun giustificativo di spesa, e altri 233mila euro "creando ad arte giustificazioni fittizie contabili, ideologicamente false e soprattutto non pertinenti alla funzione pubblica svolta", secondo quanto si legge nella nota delle Fiamme gialle. Tra queste anche l'acquisto di cellulari e tablet e spese benzina "gonfiate".

Inoltre, la Guardia di finanza contesta a Giurlani "di aver ricevuto compensi per consulenze private effettuate a favore dell'Uncem per oltre 143mila euro, su incarichi auto-conferiti, in relazione ai quali sono tuttora in corso le indagini".
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