"La corruzione? È il tarlo della vocazione politica, non lascia crescere la civiltà e il buon politico ha anche la propria croce quando vuol esserlo perché deve lasciare tante volte le proprie idee personali per armonizzarle con quelle degli altri, perché venga portato avanti il bene comune".

Parla da Cesena, Papa Francesco. E lo fa affrontando il tema della politica e del lavoro, lanciando un appello agli amministratori della cosa pubblica affinché tendano i loro sforzi per "andare verso il bene comune".

Perché - aggiunge - "il buon politico, disposto per questo anche a lasciare le proprie idee, sente di essere anche martire. E questo è il motivo per cui la dottrina sociale della Chiesa la considera una nobile forma di carità. Invito perciò giovani e meno giovani a prepararsi adeguatamente e impegnarsi personalmente in questo campo, assumendo fin dall'inizio la prospettiva del bene comune e respingendo ogni anche minima forma di corruzione".

Inoltre, la politica - dice ancora Francesco - deve "agire in modo da diminuire le disuguaglianze e promuovere con misure concrete il bene delle famiglie, fornire una solida cornice di diritti-doveri e a renderli effettivi per tutti".

(Redazione Online/m.c.)
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