Ribaltata in appello la sentenza del processo a carico della ricercatrice libica Khadiga Shabbi, accusata di istigazione al terrorismo.

La Corte d'assise d'appello di Palermo ieri ha assolto la donna, che in primo grado era stata condannata dal gup a un anno e otto mesi di reclusione con il rito abbreviato con una sentenza in cui era stata definita "pericolosa e simpatizzante del fenomeno jihadistico".

La donna era sospettata di avere legami con esponenti di organizzazioni terroristiche islamiche e foreign fighters e di una fitta attività di propaganda in favore di Al Qaeda svolta attraverso social come Facebook.

"Finalmente la pacatezza, la serenità e l'applicazione del diritto hanno trionfato sulla suggestione, i castelli di carta e le presunzioni senza prove, chiederemo il risarcimento dei danni al Viminale per l'ingiusta permanenza nel Cie di Ponte Galeria inflitta alla nostra assistita e allo Stato per l'ingiusta carcerazione subita", ha dichiarato il legale della donna, l'avvocato Michele Andreano

Dopo la sentenza di primo grado infatti la ricercatrice era stata portata in un centro di accoglienza a Roma.

(Redazione Online/F)
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