Crollo del Ponte Morandi, chiesto il rinvio a giudizio per 43 persone
Anche Aspi e Spea, controllata di Atlantia che si occupa di manutenzioni, nel mirino dei pm. Per alcuni indagati contestata anche la colpa cosciente
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A quasi tre anni dalla tragedia del Ponte Morandi, costata la vita a 43 persone, la Procura di Genova ha chiesto il rinvio a giudizio per 59 persone.
Le accuse, a vario titolo, sono omicidio colposo plurimo, omcidio stradale, attentato alla sicurezza dei trasporti, crollo doloso, omissione d’atti d’ufficio e omissione dolosa di dispositivi di sicurezza sul lavoro.
I pm ad alcuni indagati contestano anche la colpa cosciente.
Dieci posizioni sono state stralciate in attesa di ulteriori approfondimenti, mentre tre persone inizialmente indagate sono morte prima della chiusura delle indagini.
Chiesto il rinvio a giudizio anche per le due società Autostrade per l’Italia (Aspi) e Spea, altra società controllata da Atlantia che si occupa delle manutenzioni.
Per i pm ci fu “immobilismo” e “consapevolezza dei rischi”.
Per gli investigatori, tutti sapevano che il Morandi era in cattive condizioni e che bisognava intervenire con lavori di ripristino. Ma secondo l'accusa quei lavori vennero rinviati nel tempo per seguire la logica del massimo profitto con la minima spesa e dare maggiori dividendi ai soci.
(Unioneonline/L)