Omicidio Marco Vannini, la fidanzata Martina Ciontoli fuori dal carcere per lavorare
Ha ottenuto un permesso perché è una «detenuta modello». La madre di Marco: «Se è così spero le sia tornata anche la coscienza e che racconti la verità, perché non l’hanno ancora detta»Marco Vannini (Ansa)
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Martina Ciontoli ha scontato un terzo della pena ed è una detenuta modello. Per questo l’ex fidanzata di Marco Vannini, morto nel 2015, condannata a 9 anni e 4 mesi per concorso in omicidio, ha ottenuto il permesso per lasciare il carcere di Rebibbia e lavorare all’esterno, al bar della Scuola superiore per l’Educazione penale “Piersanti Mattarella”, gestito dal ministero della Giustizia.
Martina, quasi 30 anni, in carcere si è laureata in Scienze infermieristiche con il massimo dei voti, 110 e lode. È impegnata a lavorare per sette ore al giorno dal lunedì al venerdì, riporta Il Messaggero. A sera ritorna in cella.
Il commento di Marina Vannini, mamma di Marco: «Visto che è diventata una detenuta modello, stimata da tutti, mi auguro che le sia tornata anche una coscienza e che racconti la verità su quello che è successo quella sera in quella casa, perché quello che hanno detto non è la verità».
Marco Vannini fu ferito da un colpo di pistola mentre si trovava nella villetta della fidanzata, Martina Ciontoli, appunto. Colpo partito dall’arma di Antonio Ciontoli, padre di Martina e sottufficiale della Marina. Quella sera in casa c’erano tutti: anche Federico Ciontoli, fratello di Martina, la sua fidanzata Viola Giorgini e Maria Pezzillo, moglie di Antonio Ciontoli. Un intervento tempestivo dei soccorritori avrebbe potuto salvare Marco, ma una lunga serie di bugie e omissioni per nascondere quanto accaduto li ritardò, provocando la morte del giovane.
Antonio Ciontoli è stato condannato a 14 anni per omicidio volontario con dolo eventuale. Martina, la mamma e il fratello a 9 anni e 4 mesi per il concorso. Viola Giorgini è stata assolta.
(Unioneonline)