Un’altra notte è trascorsa tranquilla all’ospedale Gemelli per Papa Francesco, che stamattina si è alzato e ha fatto colazione. Lo comunica la sala stampa vaticana che già ieri aveva precisato che le condizioni del Pontefice sono «in lieve miglioramento».

Fondamentale la stabilità dei parametri emodinamici, perché significa che il cuore regge bene alla terapia cui viene sottoposto. Occorrerà però aspettare qualche giorno per vedere se c'è un miglioramento sostanziale su diversi parametri, anche perché la cura può dare risultati ad alcuni giorni di distanza. Il Papa, quindi, «prosegue le cure ed anche l'attività lavorativa».

Fonti vaticane spiegano che, in forma ovviamente compatibile con la malattia e con la degenza ospedaliera, oltre che con l'obbligo da parte dei medici di «non prendere neanche il minimo colpo d'aria», «continua l'attività, cioè la lettura e la firma di documenti, i colloqui telefonici o con gli stretti collaboratori».

L'opinione generale è che la degenza non durerà pochi giorni, anche se al momento non vengono fatte previsioni in proposito, in attesa di ulteriori valutazioni cliniche sui risultati della terapia. La situazione, comunque, appare più rassicurante del momento in cui era stato comunicato l'insorgere della polmonite, in una persona di 88 anni, già operata al polmone destro all'età di 21 con l'asportazione di un lobo. 

Il Pontefice, dice oggi il cardinale Gianfranco Ravasi al Corriere della Sera, potrebbe decidere di dimettersi se avrà difficoltà gravi di salute. «Io credo di sì - spiega l’ex “ministro della Cultura” del Vaticano -. Se dovesse avere delle difficoltà gravi a svolgere il suo servizio, farà la sua scelta. Sarà lui a decidere, com'è ovvio, magari chiederà consiglio ma l'ultima parola la valuterà da sé, in coscienza».

«Fermo restando - sottolinea - che il suo grande desiderio è quello di compiere almeno il Giubileo, l'anno santo dedicato alla speranza che sente come il suo grande momento». Papa Francesco «anche nelle difficoltà legate all'età e al fisico ha continuato ad avere una presenza unica nel pianeta, come forse solo Giovanni Paolo II - rimarca Ravasi -. In questo senso è esemplare il viaggio così lungo e impegnativo che ha compiuto a settembre in Asia e Oceania, nonostante la carrozzina, nonostante tutto. È stata una grande lezione, come quella degli atleti delle Paralimpiadi. Ha mostrato che si può fare tutto anche nella fragilità».

Ora «si tratta di capire cosa accadrà in futuro. Del resto, lo stesso Francesco ha spiegato di aver già firmato una lettera di dimissioni all'inizio del pontificato, come già Paolo VI», ricorda. In questi giorni abbondano le voci false sulla salute del Pontefice. «Soprattutto in Rete e nei siti americani c'è una forte corrente anti Bergoglio: anche se non è mai esplicita, si mostra evidente un'attesa di mutamento che si esprime anche attraverso le fake news. C'è una polarizzazione forte», conclude.

(Unioneonline)

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