È stato dimesso questa mattina il piccolo Nicola, il bimbo di 21 mesi ritrovato ieri mattina, nei boschi dell’Appennino, zona Alto Mugello, dopo essere rimasto da solo per oltre 30 ore. Il ricovero all’ospedale Meyer di Firenze è stato deciso per precauzione perché le sue condizioni sono apparse subito buone. A parte qualche graffio e un bernoccolo sta bene.

Tutta Italia è rimasta col fiato sospeso da quando, martedì mattina, è scattato l’allarme. Nicola era uscito di casa di notte, dopo essere stato messo a letto insieme al fratello di quattro anni dai genitori. Mamma e papà si sono accorti che non era più nel suo lettino e sono usciti a cercarlo. Hanno tardato a dare l’allarme, perché pensavano che non potesse allontanarsi più di qualche decina di metri. Pur essendo abituato a vivere in campagna, non era mai accaduto che percorresse una distanza più lunga. Invece le ricerche non hanno dato esito positivo e si sono rivolti infine alle forze dell’ordine. Una “caccia al bimbo” che ha visto l’impiego di decine e poi centinaia di persone, tantissimi i volontari. Fino a quando, ieri mattina, la bella notizia. Un giornalista di “La vita in diretta”, trasmissione Rai, ha sentito dei lamenti provenire dal fondo di una scarpata. Ha urlato “Nicola!”, e per tutta risposta una vocina ha gridato “mamma! Mamma!”. Recuperato dal burrone da un carabiniere, è stato affidato ai medici che lo hanno trovato in buone condizioni, e poi l’abbraccio con mamma e papà.

Al di là della gioia resta da chiarire come abbia fatto a uscire da solo dalla casa di Campanara e come abbia potuto percorrere chilometri in autonomia in mezzo ai boschi. Secondo il padre, si è svegliato e ha cercato i genitori che erano impegnati nei lavori di campagna e, non trovandoli, ha perso l’orientamento spingendosi sempre più lontano.

Gli inquirenti per ora escludono che nella vicenda siano coinvolte terze persone.

(Unioneonline/s.s.)

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