Un audio "ripulito" in cui si sente chiaramente l'agonia di Marco Vannini, il ragazzo ucciso cinque anni fa a Ladispoli mentre era a casa della fidanzata.

La rivelazione in anteprima è della trasmissione "Quarto Grado". I tecnici di Emme Team hanno elaborato la registrazione della telefonata al 118 partita da casa Ciontoli e, con un lavoro di pulizia dell'audio e studio delle frequenze, hanno identificato e isolato la voce di Vannini, trascrivendo quelle che potrebbero essere state le sue ultime parole prima di morire.

E' il 17 maggio 2015 quando Vannini, poco dopo le 23, viene raggiunto da un colpo di pistola mentre è a casa della fidanzata, Martina Ciontoli. Il ragazzo è grave, ma i Ciontoli tardano. Prima chiamano il 118 ma annullano la richesta d'intervento, poi richiamano e parlano di un incidente, accumulando un ritardo di due ore che risulterà fatale per Marco.

"Ti prego basta, mi fa male, portami il telefono. Dov’è il telefono, portamelo, portami il telefono, mi fa male, mi fa male il braccio", dice il giovane agonizzante. "Basta, basta", dice Martina, forse rivolta a Marco.

IL PROCESSO - Emme Team spesso offre pro bono la propria consulenza nei casi giudiziari, e questa potrebbe finire agli atti del nuovo processo a carico dei Ciontoli. In primo grado Antonio - papà di Martina, sottoufficiale della Marina con un incarico nei servizi segreti - è stato condannato a 14 anni per omicidio volontario. La Corte d'Appello ha ridotto la pena a cinque anni, derubricando l'omicidio a colposo. Una sentenza molto discussa, annullata dai giudici della Cassazione. "Fu omicidio volontario, rifare l'Appello". L'appello bis prenderà il via il prossimo 8 luglio. Sul banco degli imputati torneranno, oltre ad Antonio Ciontoli, anche la moglie Maria Pezzillo e i due figli Martina e Federico.

(Unioneonline/L)
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