E’ morta all'ospedale Infermi di Rimini Gigliola Giorgini, famosa come “Mamma Ebe” o “la Santona di Carpineta", nomi che le erano stati affibbiati nel corso di diverse vicende giudiziarie. Aveva 88 anni ed è deceduta per gli effetti di una neoplasia.

Per quarant’anni è stata protagonista delle cronache per i suoi presunti poteri curativi: negli anni '80 finì per la prima volta sul banco degli imputati. Alla guida della congregazione “Pia Unione di Gesù Misericordioso”, accompagnata da diversi “adepti”, riceveva persone che confidavano nelle sue presunte capacità di guarire con un mix di medicinali, placebo e preghiere. Carpineta era appunto la frazione di Cesena dove si trovava uno dei centri in cui riceveva. Per quei fatti nel maggio 1985 fu condannata in appello a sei anni di reclusione.

Ma la cosa non finì lì: nel gennaio del 2002 è stata arrestata insieme al marito nella villa di Carpineta, in un blitz di Polizia e Guardia di Finanza con le accuse di associazione per delinquere all'esercizio abusivo e continuato della professione sanitaria, falso ideologico in ricette, truffa continuata in concorso ai danni di ente pubblico, sequestro di persona e maltrattamento di minori, ma anche truffa per motivi abietti ai danni di persone sofferenti nel corpo e nell'anima ed esercizio abusivo di ambulatorio medico.

Ancora, nel 2010 fu accusata di truffa aggravata ed esercizio abusivo della professione medica. A Pistoia si aprirono così due processi: uno mai concluso per prescrizione e uno, invece, con una condanna a otto anni e mezzo di carcere.

Infine nel 2017 è finita agli arresti domiciliari per la condanna, in via definitiva, a quattro anni di carcere per associazione a delinquere finalizzata alla truffa ed esercizio abusivo della professione medica. Continuava a ricevere pazienti all'interno di una villa di Sant'Ermete, nel Riminese.

(Unioneonline/D)

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