Accoltellata in pieno giorno sulla panchina di un giardinetto all'estrema periferia nord di Milano. Un solo colpo, al cuore, che però non ha lasciato scampo a Pasqualina Labarbuta, 37 anni, in servizio come custode temporanea di un condominio poco lontano. Quando sono arrivati i soccorsi per lei non c'era più niente da fare. L'aggressione è avvenuta intorno alle 13,30 nel parco dove convergono via Mario Borsa e via Alex Visconti, nel quartiere Gallaratese a pochi chilometri dal confine tra Milano e Rho.

LA TESTIMONIANZA. Una testimone oculare, già sentita dalla Squadra Mobile, avrebbe notato una coppia, lei bionda lui dalla carnagione scura, discutere animatamente e dopo poco avrebbe visto la donna accasciarsi sulla panchina in un lago di sangue e l'uomo correre via.

TROVATA L'ARMA DEL DELITTO. Accanto al luogo del delitto gli investigatori, guidati dal pm Frank di Maio, hanno trovato l'arma, un coltello a serramanico, e la borsa con il portafoglio e il cellulare di Pasqualina: elementi che hanno immediatamente orientato le indagini verso la pista dell'omicidio d'impeto, probabilmente dettato da ragioni passionali. Sembra comunque certo che la vittima conoscesse il suo omicida: forse, ignara del suo destino, aveva deciso di mangiare assieme con lui un panino per una veloce pausa pranzo ai giardinetti.

LA VITTIMA. Pasqualina Barbuto, che ora lascia tre figli e un marito, aveva iniziato proprio oggi a lavorare nella portineria del condominio di via Alex Visconti 10-12, uno stabile di edilizia popolare di proprietà del Comune a pochi metri dal luogo in cui è stata uccisa. Molti condomini la conoscevano, visto che già in passato la donna aveva gestito la guardiola nello stesso immobile, in sostituzione della custode principale. Secondo il giardiniere, Mohamed Baroumi, 18 anni, uno degli ultimi ad aver visto in vita la donna, Pasqualina Labarbuta avrebbe lasciato la portineria poco dopo le 13. Alcuni condomini hanno aggiunto che la donna si sarebbe allontanata quasi trafelata dopo aver ricevuto una telefonata.

CITTADINI TURBATI DALL'OMICIDIO. L'omicidio ha creato turbamento in molti degli abitanti del quartiere, uno dei più densamente abitati di Milano, con i suoi enormi palazzi di edilizia popolare. I rilievi degli investigatori e della Polizia Scientifica dietro le transenne che per ore hanno delimitato la scena del delitto, hanno catturato l'attenzione di molti residenti, incuriositi da una scena da set cinematografico.

SI SCAVA NELLA VITA DELLA DONNA. Pasqualina Labarbuta è stata trovata con accanto tutti gli oggetti personali, compreso il portafogli. Per questo motivo gli inquirenti hanno escluso da subito il movente della rapina, anche se hanno ammesso di essere davanti a un "episodio molto strano". Si stanno vagliando tutte le ipotesi compresa la pista passionale. La donna, che da molti anni si era trasferita dal Sud a Milano, secondo gli inquirenti aveva una vita regolare, senza apparenti contrasti con altre persone. In passato aveva avuto una relazione con un uomo che vive a Brescia, padre dei suoi tre figli. In queste ore gli investigatori, coordinati dal pm Frank Di Maio, stanno ascoltando alcuni testimoni che avrebbero visto in lontananza la scena. Per ora l'unica cosa certa è che a uccidere sia stato un uomo, forse di carnagione scura ma non di colore. Le indagini si concentrano anche sui tabulati telefonici relativi al cellulare della vittima, nella speranza che possa aver avuto un contatto telefonico con l'uomo e per risalire alla cerchia delle sue frequentazioni e delle sue recenti relazioni, mentre la Scientifica si appresta a sviluppare le impronte nella speranza che chi ha ucciso abbia precedenti.
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