“Ferma condanna” per “l'ingiustificabile aggressione militare lanciata dalla Federazione Russa contro l'Ucraina” dal Consiglio Supremo di Difesa, convocato e presieduto oggi, al palazzo del Quirinale, dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

“Una grave e inaccettabile violazione del diritto internazionale e una concreta minaccia alla sicurezza e alla stabilità globali”, si legge nella nota diffusa dal Quirinale al termine della riunione.

La Repubblica Italiana chiede alla Federazione Russa “l'immediata cessazione delle ostilità e il ritiro delle forze fuori dai confini internazionalmente riconosciuti dell'Ucraina. L'Italia ribadisce il pieno sostegno all'indipendenza e all'integrità territoriale dell'Ucraina, Paese europeo amico e democrazia colpita nella sua sovranità”.

La Repubblica Italiana, prosegue ancora la nota, “esprime massima vicinanza e solidarietà al popolo ucraino e alle sue legittime Istituzioni, alle vittime e alle tante persone che ne soffriranno le conseguenze”.

LA POSIZIONE DELL’ITALIA – Nell'affrontare la crisi in atto, “l'Italia manterrà uno stretto raccordo con i propri partner in tutti i principali consessi internazionali. Insieme con i paesi membri dell'UE e gli alleati della NATO è indispensabile rispondere con unità, tempestività e determinazione. L'imposizione alla Federazione Russa di misure severe vede l'Italia agire convintamente nel quadro del coordinamento in seno all'Unione Europea”.

"Perché l'Europa non precipiti improvvisamente in un vortice di guerre – la conclusione – è necessario agire con forza e lungimiranza per ristabilire il primato del diritto internazionale e la salvaguardia dei principi e dei valori che hanno garantito pace e stabilità al nostro continente". 

IL PREMIER – In giornata il premier Draghi aveva parlato da Palazzo Chigi sottolineando come l'Italia abbia sempre perseguito la via del "dialogo" per arrivare a una soluzione pacifica della crisi. Dialogo ora "impossibile". Con gli alleati, ha sottolineato il premier, il nostro Paese non smetterà di cercare una soluzione della crisi chiedendo la fine "immediata" dello "spargimento di sangue" e il "ritiro incondizionato" delle truppe fuori dai confini "internazionalmente riconosciuti" dell'Ucraina.

(Unioneonline/v.l.)

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