Almeno sei morti sulla Marmolada, dove un ampio blocco di ghiaccio si è staccato ed è crollato travolgendo due cordate di alpinisti.

E’ successo vicino a Punta Rocca, nel Bellunese, lungo l'itinerario di salita della via normale per raggiungere la vetta. Tutte le stazioni del soccorso alpino della zona sono state attivate, sul posto cinque elicotteri e unità cinofile

Ci sono anche diversi feriti e 15 dispersi, ma per i soccorritori è “difficile che ci siano sopravvissuti”. “Un disastro inimmaginabile – dicono gli inquirenti - una carneficina tale che solo difficilmente ci permetterà di identificare con esattezza l'identità delle vittime perché i corpi sono stati smembrati" dalla colata di ghiaccio e sassi. 

Abbiamo sentito un rumore forte, un boato, tipico di una frana, poi abbiamo visto scendere a forte velocità a valle una specie di valanga composta da neve e ghiaccio e da lì ho capito che qualcosa di grave era successo – ha raccontato all’Ansa uno dei responsabili del Rifugio Castiglioni Marmolada -. Sono subito corso a chiamare i soccorsi".

La procura di Trento ha aperto un fascicolo per disastro colposo, al momento a carico di ignoti, mentre il presidente del Consiglio Mario Draghi “esprime il più profondo cordoglio per le vittime del terribile crollo sulla Marmolada. Il Governo è vicino alle loro famiglie e a tutti i feriti” e, fa sapere Palazzo Chigi, è “costantemente informato sull'andamento dei soccorsi dal Capo del Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, dal Presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti, dal soccorso alpino, dai vigili del fuoco, dalle autorità locali, che ringrazia per il loro incessante lavoro". 

10 GRADI IN VETTA – Ieri sulla vetta del gruppo montuoso è stata raggiunta la temperatura record di 10 gradi. Una condizione climatica e atmosferica di totale disequilibrio: c'è anche questo, secondo gli esperti, dietro il crollo.

Da giorni "le temperature in quota sono state molto al di sopra dei valori normali - afferma Renato Colucci, dell'Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isp) - mentre l'inverno scorso c'è stata poca neve, che ormai quasi non protegge più i bacini glaciali".

Caronte e la sua scia di calore estremo hanno "verosimilmente prodotto una grossa quantità di acqua liquida da fusione glaciale alla base di quel pezzo di ghiacciaio". Un mix di elementi che messi in fila può determinare eventi estremi. "Siamo proprio nelle condizioni peggiori per distacchi di questo tipo", aggiunge il Cnr. Un quadro di "totale disequilibrio" che potrebbe portare, nei prossimi anni, al ripetersi di fenomeni drammatici come quello di oggi.

(Unioneonline/D)

© Riproduzione riservata