La chiave d'oro da 12mila euro donata dal sindaco di Pompei «non ce l'ho io». Così Maria Rosaria Boccia, ieri sera a Piazza Pulita, da Corrado Formigli su La7.

Giacca di velluto nero, gli occhiali “magici” per fare i filmati («me li ha ridati stasera la Procura», la precisazione), capelli biondi raccolti, trucco-non trucco, ha accettato di partecipare, ha precisato, «perché la gogna mediatica non si abbassa, si continua a buttarmi fango addosso».

«Mi trovo in una condizione disagiata, ho subito una persecuzione, attacchi mediatici importanti, ma in me c’è dignità e forza nel voler raccontare la verità, è questo che mi fa andare avanti», ha poi aggiunto.

Alla domanda su quale fra i politici esercitasse più pressioni sul ministro Sangiuliano, l’imprenditrice risponde: «Gasparri e La Russa lo chiamavano spesso. Certo non per chiedergli se aveva pranzato o cenato. No, il ministro non era scocciato da queste telefonate. Sono amici di partito e si conoscono da tanti anni».

E circa la profonda ferita sulla testa di Sangiuliano, risultato di una furiosa lite tra i due in estate, Boccia commenta:. «Questo fa parte dei quattro capi di imputazione, non lo posso spiegare adesso, anche se sarei tentata».

Quindi la precisazione sul mistero della chiave d’oro della città di Pompei, che il sindaco donò a Sangiuliano e poi è sparita nel nulla. L'ex ministro Sangiuliano, ha detto l'imprenditrice, «prima ha detto che il regalo era stato protocollato ed era al Ministero, poi dice che pensa che sia a casa mia e che è disposto a pagare di tasca sua» il valore dell'oggetto che eccede il tetto consentito. «Vale 12mila euro ma non ce l'ho io. E perché se io parlo di me e fornisco le prove non vengo mai creduta?».

(Unioneonline/v.l.)

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