Sono tre gli imprenditori finiti agli arresti nel Trapanese, in un'ordinanza eseguita dai Carabinieri del Comando Provinciale di Trapani, della Compagnia di Mazara del Vallo e del Ros.

Le accuse sono, tra le altre, associazione mafiosa ed estorsione.

Si tratta di Calogero Jonn Luppino, campobellese di 39 anni, Salvatore Giorgi, zio di Luppino, 60enne, anch'egli di Campobello di Mazara e Francesco Catalanotto, castelvetranese gestore di un centro scommesse a Campobello di Mazara.

Le indagini dei Carabinieri, coordinati dalla Procura della Repubblica, hanno permesso di "monitorare la rapidissima ascesa imprenditoriale di Luppino nel mondo delle scommesse e giochi on line - dicono gli inquirenti -. Ascesa favorita in tutto e per tutto dagli affiliati ai mandamenti mafiosi di Castelvetrano e Mazara del Vallo, che obbligavano i vari esercizi commerciali a installare i device delle società di Luppino e Giorgi, pena pesanti ritorsioni".

Luppino e Giorgi, che gestiva la cassa dell'associazione mafiosa in questo settore imprenditoriale, "si occupavano del sostentamento, relativo alle spese legali e alle altre necessità del boss detenuto Franco Luppino, nonché del finanziamento dei vertici delle famiglie mafiose di Campobello di Mazara, Mazara del Vallo e Castelvetrano".

Catalanotto "rappresentava l'anello di congiunzione operativo tra Luppino e la famiglia di Castelvetrano. Catalanotto infatti vantava una particolare vicinanza con Rosario Allegra, cognato del latitante Matteo Messina Denaro".

In corso anche un ingente sequestro di beni (circa 5 milioni) nei confronti degli indagati.

IL POLITICO - Nel mirino delle indagini è finito anche un deputato regionale siciliano di Forza Italia, per corruzione elettorale.

Secondo gli inquirenti, "Calogero Luppino e soprattutto Salvatore Giorgi, in ossequio alle disposizioni impartite dal carcere da Franco Luppino, supportavano la candidatura alle elezioni regionali del politico locale, promettendo e somministrando generi alimentari a cittadini del luogo in cambio della promessa di voti".

Nell'accusa di corruzione elettorale non c'è l'aggravante di mafia.

(Unioneonline/D)
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