Un grande schieramento di forze dell'ordine, solo tragitti concordati dagli organizzatori con le questure, e fermezza in caso di deviazioni o violenza. Eventualmente anche ordinanze per l'obbligo di mascherine ai cortei e presenza di steward.
Si delinea il modello per le future manifestazioni, per garantire il diritto di manifestare senza consentire disordini e dopo la rabbia espressa in molte città da commercianti e responsabili di altre attività per le proteste contro l’obbligo di green pass che ogni sabato paralizzano i centri urbani e non solo, con evidenti danni all’economia e rischi per la salute.

Manifestazioni "difficilmente comprensibili, per non dire al limite dell'ingiustificabile", secondo il coordinatore del Cts, Franco Locatelli.

Dopo il successo del dispositivo per la sicurezza del G20 di Roma che prevedeva proprio queste limitazioni, la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese detta la linea a prefetti e questori.

Il modello applicato è quello “Maroni”, ovverosia quello che ancora nel 2009, quando il ministro dell’Interno era proprio Roberto Maroni e l’Italia era segnata da manifestazioni quotidiane degli studenti, si rivelò vincente.

In generale, la strategia prevede di “limitare l’accesso ad alcune aree particolarmente sensibili per motivi sociali, culturali o religiosi o che siano caratterizzate da un notevole afflusso di persone o nelle aree nelle quali siano collocati obiettivi critici”, e consente anche, allo stesso tempo, di “sottrarre alcune aree alle manifestazioni e prevedere forme di garanzia per gli eventuali danni”.

L’obiettivo è “garantire il diritto di riunirsi e manifestare liberamente, preservando allo stesso tempo l’ordinato svolgimento della convivenza civile”.

(Unioneonline/v.l.)

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