Si trova all’ultimo piano del Policlinico Gemelli di Roma, ala destra, vicino al reparto “solventi” la stanza – in realtà un mini appartamento – che a partire dai primi anni Ottanta ha ospitato i pontefici durante i loro ricoveri. 

Il primo è stato Giovanni Paolo II quando fu ferito da Alì Agcà in piazza San Pietro il 13 maggio di 40 anni fa, e poi ancora Wojtyla ci è tornato nel 2005 per un intervento di tracheotomia, quando anche il Parkinson era ormai in stato avanzato.

Nella grande suite tutta bianca e con arredi austeri che ospiterà anche Papa Francesco per alcuni giorni dopo il ricovero di oggi per un’infezione respiratoria, ci sono, oltre allo spazio per il letto, il bagno, un televisore e qualche strumento per controllare la pressione e gli altri parametri vitali.

Vi si trovano inoltre un piccolo salottino con una poltrona letto per il seguito papale. Per permettere, poi, al pontefice di raccogliersi in preghiera o per poter assistete o celebrare eventualmente la messa c'è anche una piccola cappella con un inginocchiatoio e un grande crocifisso.

Il lungo corridoio di accesso è controllato dalla Polizia di Stato italiana, dalla Gendarmeria vaticana e dagli uomini della sicurezza del Policlinico.

La stanza del Papa ha grandi finestre che danno sul piazzale dell'ingresso principale dell'ospedale. Wojtyla, nel 2005, si affacciò proprio da quelle finestre per salutare i fedeli e i pazienti e condusse da lì anche un Angelus durante il quale ribattezzò il Gemelli il "Vaticano tre" dopo piazza San Pietro e Castel Gandolfo.

(Unioneonline/s.s.)

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