Uno degli episodi più violenti che danno l’idea di chi sia Maria Licciardi, la boss della camorra arrestata all’aeroporto di Ciampino poco prima che lasciasse l'Italia alla volta della Spagna, emerge in queste ore dalle indagini degli investigatori. 

Protagonista la compagna della nipote di Licciardi, colpevole di essersi appropriata di 450mila euro ricavati dalla vendita di una villa di famiglia a Peschiera del Garda, nel Bresciano. 

Le cimici piazzate dagli investigatori in casa hanno registrato tutta la vicenda. Licciardi fu messa a conoscenza del “furto” dal nipote (figlio di un fratello detenuto al 41bis): la compagna di sua sorella, figlia di un esponente di spicco del clan Contini (anch'esso componente dell'Alleanza di Secondigliano), assassinato in un agguato, approfittando della sua relazione sentimentale si era appropriata del denaro.

L’uomo, si sente nelle intercettazioni, le propone di vendicare l'affronto sfregiandole il viso ma “Lady Camorra” glielo impedisce. E’ una questione che vuole sistemare personalmente.

Il 24 aprile scorso, secondo le attività di intercettazione dei carabinieri del ROS, coordinate dalla DDA, si è fatta accompagnare a casa della fidanzata della nipote: prima l’ha accoltellata a una gamba e a un braccio, poi l’ha minacciata ("Attacco i nipoti tuoi dietro alla macchina e ti faccio piangere senza mazzate...").

Dopo la restituzione del denaro, che doveva avvenire entro due mesi, alla ragazza è stato detto che doveva lasciare Napoli per sempre. Altrimenti avrebbe fatto una brutta fine.

(Unioneonline/D)

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