"Ora tu hai l'immunità, non esiste più il rischio che tramite me arrivino a te. Spero che inizi una nuova stagione di lotta per i valori che hanno animato la nostra vita".

E’ un passaggio di una lettera sequestrata nel pc di Tiziano Renzi, scritta dal padre al figlio Matteo secondo gli inquirenti e la stessa difesa di Tiziano. Missiva finita agli atti del processo per bancarotta che vede imputati i genitori di Renzi e in cui ci sono riferimenti a tanti fedelissimi del cosiddetto “giglio magico” dell’ex presidente del Consiglio.

Non proprio lusinghieri: "Carrai non si deve mai più far vedere da me, uomo falso". Poi si riferisce a Bianchi, Bonifazi e Boschi definendoli “banda Bassotti” e dicendo che “hanno lucrato senza ritegno dalla posizione di accoliti tuoi e io sono stato quello che è passato per ladro”.

In un altro passaggio babbo Renzi dice di aver avuto “la netta percezione, la certezza, di essere considerato un ostacolo e comunque un fastidio”.

"Riguardo al tuo auspicio che vada in pensione – si legge ancora nella lettera risalente al 2017 – devo con forza affermare che in pensione mi ci manda il buon Dio, non te. Questa vicenda mi ha tolto la capacità di relazione, tutti quelli che hanno avuto rapporti con me sono stati attenzionati. Sono come il re Mida della me***, concimo tutti, stanno interrogando tutti”.

(Unioneonline/L)

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