L'app Immuni è pronta e ufficialmente disponibile sul negozio digitale di Google e di Apple.

L'applicazione utile per rintracciare i contatti in caso di contagio da coronavirus può essere scaricata gratuitamente da tutti gli italiani sul proprio smartphone. Solo nelle regioni in cui sarà attivo il test (Puglia, Abruzzo, Marche e Liguria), sarà collegata al Sistema Sanitario Nazionale, nelle altre invece si dovrà attendere la chiusura della sperimentazione: si potrà scaricare ma i servizi che offre non saranno accessibili.

Si parte dunque con un test che durerà alcuni giorni, ha spiegato a SkyTg24 il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri, "quindi dalla prossima settimana o da quella immediatamente successiva, verrà poi esteso a tutti".

L'app, spiega Sileri, rispetterà la privacy e tutelerà la salute, e "si inserisce in un sistema di tracciamento dei positivi che però vede un ruolo essenziale del medico competente nella procedura di rintraccio dei soggetti positivi o dei contatti stretti".

Quando le strutture sanitarie e le Asl riscontrano un nuovo caso positivo, dietro consenso del soggetto stesso, inseriscono un codice nel sistema, che invia la notifica agli utenti che hanno scaricato l'app con i quali il caso positivo è stato a stretto contatto. Ciò consentirà loro di rivolgersi tempestivamente al medico di medicina generale per ricevere le indicazioni sui passi da compiere.

Quindi, ha concluso Sileri, "spero la scaricheranno quante più persone possibile".

IL VIA LIBERA - Nel pomeriggio è arrivato anche il via libera dal Garante per la Privacy: "Sulla base della valutazione d'impatto trasmessa dal ministero - spiega l'Autorità - il trattamento di dati personali effettuato nell'ambito del Sistema può essere considerato proporzionato, essendo state previste misure volte a garantire in misura sufficiente il rispetto dei diritti e le libertà degli interessati, che attenuano i rischi che potrebbero derivare da trattamento".

Considerati "la complessità del sistema di allerta e del numero dei soggetti potenzialmente coinvolti", il Garante ha comunque indicato "una serie di misure volte a rafforzare la sicurezza dei dati delle persone che scaricheranno l'app. Tali misure potranno essere adottate nell'ambito della sperimentazione", in modo da "garantire che nella fase di attuazione ogni residua criticità sia risolta".

In particolare - spiega la nota del Garante - "l'Autorità ha chiesto che gli utenti siano informati adeguatamente in ordine al funzionamento dell'algoritmo di calcolo utilizzato per la valutazione del rischio di esposizione al contagio. E dovranno essere portati a conoscenza del fatto che il sistema potrebbe generare notifiche di esposizione che non sempre riflettono un'effettiva condizione di rischio. Gli utenti dovranno avere inoltre la possibilità di disattivare temporaneamente l'app attraverso una funzione facilmente accessibile nella schermata principale".

Ancora, "i dati raccolti attraverso il sistema di allerta non potranno essere trattati per finalità non previste dalla norma che istituisce l'app. Dovrà anche essere garantita la trasparenza del trattamento a fini statistico-epidemiologici dei dati raccolti e individuate modalità adeguate a proteggerli, evitando ogni forma di riassociazione a soggetti identificabili e adottando idonee misure di sicurezza e tecniche di anonimizzazione. Dovranno essere introdotte misure volte ad assicurare il tracciamento delle operazioni compiute dagli amministratori di sistema sui sistemi operativi, sulla rete e sulle basi dati".

In base alle indicazioni del Garante, "la conservazione degli indirizzi Ip dei cellulari dovrà essere commisurata ai tempi strettamente necessari per il rilevamento di anomalie e di attacchi. Dovranno essere adottate misure tecniche e organizzative per mitigare i rischi derivanti da falsi positivi. Particolare attenzione dovrà essere dedicata all'informativa e al messaggio di allerta, tenendo altresì conto del fatto che è previsto l'uso del sistema anche da parte di minori ultra quattordicenni". L'Autorità ha sottolineato infine che "il trattamento di dati personali raccolti attraverso l'app, da parte di soggetti non autorizzati, può determinare un trattamento di dati personali illecito, eventualmente anche sotto il profilo penale".

(Unioneonline/D)
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