Giusy Occhionero, ex deputata di Leu passata nelle fila di Italia Viva, ha ricevuto un avviso di garanzia e un invito a comparire dai pm a Palermo che l'accusano di falso in concorso.

In particolare avrebbe fatto passare l'ex esponente radicale Antonello Nicosia per suo assistente parlamentare, consentendogli di entrare con lei nelle carceri senza autorizzazione. Solo in un secondo momento, dopo tre ispezioni in istituti di pena siciliani, i due avrebbero formalizzato il rapporto di collaborazione.

Stesso reato è contestato a Nicosia che risponde anche dell'aggravante di aver favorito Cosa nostra e della ben più pesante accusa di associazione mafiosa.

L'indagine è delle scorse settimane e ha portato all'arresto, oltre che di Nicosia, del boss di Sciacca Accursio Dimino e di due presunti favoreggiatori. Dall'inchiesta è emerso che, oltre a progettare estorsioni e omicidi, Nicosia, da anni impegnato in battaglie a difesa dei detenuti, entrava e usciva dalle carceri, incontrando anche capimafia al 41 bis, proprio grazie alla Occhionero.

Ai pm che l'hanno sentita come persona informata sui fatti, la deputata ha detto che non aveva idea della doppia personalità di Nicosia, formalmente paladino dei diritti dei carcerati, di fatto uomo d'onore che portava all'esterno i messaggi dei boss: "Mi sono fidata ma ho sbagliato", si è giustificata. Ma le spiegazioni non hanno convinto i pm che hanno accertato che tra la Occhionero e Nicosia c'era anche una relazione sentimentale.

(Unioneonline/D)
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