Si sono protratti anche oltre il coprifuoco delle 22 ieri i festeggiamenti dei tifosi dell’Inter per il 19esimo scudetto della squadra nerazzurra.

In piazza Cairoli a Milano erano ancora in centinaia a festeggiare il tricolore quando è intervenuta la Polizia. All’intervento degli agenti alcuni tifosi si sono allontanati spontaneamente, altri hanno attaccato i poliziotti con un fitto lancio di bottiglie.

La Polizia ha risposto con una breve carica di alleggerimento che non ha provocato feriti, ha fatto sapere la Questura. Una ventina le persone identificate per violazione delle norme anti Covid.

Ma le polemiche riguardano soprattutto quanto accaduto nel pomeriggio quando, dopo il pari dell’Atalanta che ha sancito la matematica conquista dello scudetto degli uomini di Antonio Conte, in 30mila sono scesi per le strade di Milano, ammassandosi tra Largo Cairoli e piazza Duomo senza il minimo distanziamento, e spesso anche senza mascherine. La Polizia è riuscita a dispedere la folla, ma le immagini hanno fatto il giro sui social.

E alcuni ristoratori sardi, ieri ancora in zona rossa, hanno pubblicato sui social le foto dei loro esercizi commerciali chiusi affiancandole a quelle che si sono viste in Piazza Duomo.

Sulla vicenda è intervenuto anche il coordinatore del Cts Franco Locatelli: “Capisco la gioia, ma questi assembramenti vanno assolutamente evitati. Deve prevalere la responsabilità, lo dobbiamo agli oltre 120mila morti”.

A poco è servito l’appello del club: “Ora è il momento della festa: di tutti gli interisti. Una gioia che si sprigiona genuina ma che invitiamo ad esprimere nella maniera più responsabile possibile: siamo campioni anche in questo”. Un invito alla responsabilità caduto nel vuoto: troppa la gioia per un titolo che mancava da undici anni in casa nerazzurra.

(Unioneonline/L)

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