Si dopavano, mettendo a rischio la propria salute per vincere le gare ciclistiche dilettantistiche.

Su delega della procura di Palermo, i carabinieri del Nas, con il supporto operativo del Comando Provinciale di Palermo, hanno notificato quattro ordinanze di custodia cautelare nei confronti di persone accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione e commercio di sostanze biologicamente o farmacologicamente attive, al fine di alterare le prestazioni agonistiche di atleti gravitanti nel mondo del bodybuilding e delle palestre.

Gli investigatori hanno inoltre eseguito perquisizioni domiciliari nei confronti di altre 21 persone, delle quali 16 anche loro indagate a vario titolo per gli stessi reati o per esercizio abusivo della professione sanitaria, in quanto dispensavano terapie mediche e piani nutrizionali, somministrando anche farmaci per curare gli effetti collaterali provocati dalle sostanze dopanti.

L'indagine è scaturita da un controllo eseguito su un atleta, risultato poi positivo, della gara ciclistica "Granfondo MTB - Baronessa di Carini", disputata il 29 maggio 2016.

L'attività investigativa ha permesso di risalire al sodalizio criminoso che utilizzava come base operativa e di copertura due palestre e un negozio di integratori alimentari del palermitano.

I rispettivi titolari, tutti preparatori atletici, assieme a un altro soggetto, preparatore e body builder, attivo collaboratore in una delle palestre, avevano posto in essere un'intensa e ben avviata associazione dedita al commercio di sostanze anabolizzanti finalizzato ad alterare le prestazioni agonistiche degli atleti.

Tra i farmaci e le sostanze maggiormente spacciati vanche trenbolone e nandrolone.

Gli anabolizzanti venivano venduti al dettaglio o spediti nascosti all'interno di plichi veicolati da corrieri per consegne in città e in altre località dell'Italia.

Si ipotizza che il volume di affari dell'organizzazione si aggirasse sui 300mila euro annui.

Nel corso dell'attività investigativa è stato accertato che molti degli acquirenti erano atleti che praticano il body-building a livello agonistico e partecipavano regolarmente a numerose manifestazioni di tale specialità, anche di livello nazionale e internazionale, classificandosi quasi sempre ai primi posti delle competizioni.

Nello specifico, una delle palestre era diventata un vero e proprio "ambulatorio del doping", infatti, all'interno dello spogliatoio i giovani body-builder si somministravano a vicenda le sostanze dopanti, attraverso iniezioni intramuscolo o sottocutanee.

Grazie alla complicità di un infermiere professionale, venivano inoltre eseguite delle flebo per la somministrazione di sostanze per via endovenosa.

La somministrazione delle sostanze anabolizzanti avveniva anche all'interno del negozio di integratori, che, seppur all'apparenza era una normale attività commerciale, nella realtà funzionava come "un supermarket di sostanze dopanti", ove si rifornivano numerosi giovani body-builder provenienti da tutta la Sicilia.

In un caso, per raggiungere l'aumento della massa muscolare nel minor tempo possibile, è stato accertato l'utilizzo, da parte di un atleta, del medicinale veterinario "Stargate", un farmaco a base di stanozololo normalmente utilizzato per il potenziamento muscolare e scheletrico di cani e gatti.

Quando parlavano dei farmaci e delle sostanze illecitamente commercializzate, gli indagati, nel tentativo di eludere le intercettazioni, utilizzavano un linguaggio in codice, ovvero "Winnie The Pooh", riferito al "Winstrol" e "Gigetto" riferito al "GH" (la sostanza più cara, visto che alcune di queste fiale venivano vendute anche a 400 euro).

(Unioneonline/F)
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