Accelerare con le terze dosi e vaccinare i bambini tra i 5 e gli 11 anni a partire da dicembre, non appena ci sarà l’approvazione di Ema e Aifa.

Sono queste le due strade scelte dal governo per contrastare la risalita dei contagi da Covid-19 ed evitare che ci sia un impatto sulle strutture sanitarie. Se così sarà, il Natale cui andiamo incontro sarà “come gli altri prima del Covid". Se invece i ricoveri salgono “scatteranno le misure nei territori, in base al sistema dei colori".

Lo ha spiegato il ministro della Salute Roberto Speranza dopo che ieri in Italia sono stati superati i due milioni di terze dosi somministrate. La fase che stiamo vivendo, spiega, è "di recrudescenza del virus, anche a livello europeo". Vero è che l'Italia in questo momento gode di un qualche vantaggio rispetto ad altri Paesi e prosegue sulla strategia tracciata, con una campagna vaccinale di "successo", vicina al 90% di prime dosi, con il Green pass e le misure di prevenzione e sicurezza come mascherine e distanziamento.

Ma bisogna spingere sulle dosi booster e avviare subito la vaccinazione dei bambini. Per quella “il mio auspicio è dicembre – ha detto Speranza al Corriere  - non appena l’Ema avrà approvato il vaccino e l’Aifa avrà dato il via libera per l’Italia. Gli scienziati stanno dicendo che la dose di un terzo di Pfizer è efficace e sicura. Lavoreremo con i pediatri per tranquillizzare le famiglie”. Sono 3,2 milioni i bambini italiani in quella fascia anagrafica: “Se tra i 12 e i 19 anni siamo arrivati al 70%, per i più piccoli dobbiamo arrivare almeno al 50%”.

Quanto ai richiami, a sei mesi dalla seconda dose è "opportuno favorire la terza per la platea più larga possibile". A vaccinare sotto i 30 anni "ci arriveremo", dice il ministro, per il quale "già somministrare la terza dose sopra i 40 o 50 anni sarebbe un passo importante".

ITALIA BIANCA – Intanto le intensive e i ricoveri in area medica, anche se il tasso nazionale sale al 4% e al 5,3%, sono lontani dalle soglie critiche del 10 e del 15% di occupazione. Anche se l'incidenza in 13 Regioni è sopra soglia critica di 50 ogni 100mila abitanti con i valori più alti nella PA di Bolzano con 189 e in Friuli Venezia Giulia con 139,6. Oltremanica, la Gran Bretagna vede la svolta: accorcia il periodo del richiamo, da 6 a 5 mesi, per gli over 50, per renderla più spedita e mitigare la progressiva riduzione dell'immunità, e guarda con entusiasmo all'arrivo dell'antivirale in pillola della Merck.

VACCINI – "Grazie alle misure e adesso ai vaccini - dice il direttore generale Prevenzione del ministero della Salute, Giovanni Rezza - abbiamo evitato la grande ondata, quella che avrebbe saturato gli ospedali, li avrebbe congestionati, avrebbe fatto molti morti non solo a causa del Covid direttamente". La variante Delta ha sicuramente complicato le cose in questi mesi di campagna vaccinale con la sua aumentata contagiosità.

Per i vaccini, la loro efficacia "resta elevata" contro decessi e ricoveri, mentre la Delta ne ha diminuito la protezione dall'infezione. Secondo l'Istituto superiore di sanità, sono efficaci al 91% nel prevenire l'ospedalizzazione, al 95% per il ricovero in terapia intensiva, e al 91% per i decessi, con variante delta prevalente, mentre l'efficacia di prevenzione dall'infezione è al 75% con la variante Delta rispetto all'89% durante la fase epidemica con variante Alfa prevalente. Resta sempre nei non vaccinati la maggiore incidenza dei casi.

(Unioneonline/D)

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