Il racconto della modella rapita a Milano: "Legata mani e piedi"
"Ho perso conoscenza e mi sono trovata nel bagagliaio dell'auto".
È questo il racconto della modella ventenne inglese rapita per sei giorni e messa all'asta sul web. Una storia che ha ancora molti punti oscuri per le forze dell'ordine.
L'incubo è cominciato l'11 luglio, quando la giovane è arrivata in via Bianconi, a Milano, per quello che poi si è rivelato un falso set fotografico. Non appena è entrata "una persona con i guanti neri da dietro mi ha messo una mano sul collo e una sulla bocca", mentre "una seconda persona con un passamontagna nero mi ha fatto un'iniezione al braccio destro".
"Quando mi sono ripresa - ha proseguito - ho capito di trovarmi nel baule di un'auto, legati polsi e caviglie, sulla bocca nastro adesivo, messa in un sacco che solo per un piccolo spiraglio mi consentiva di respirare".
Ha viaggiato per tre ore in queste condizioni, mentre un uomo incappucciato le dava acqua gassata "direttamente nella bocca".
Arrivata in un casolare (a Lemie, nel Torinese) "mi hanno agganciato le manette dei piedi e delle mani alla cassettiera, ero costretta a restare sul pavimento in un sacco a pelo".
Sin da subito, la ragazza - ancora confusa per quello che le stava accadendo - è stata informata del fatto che non era lei la persona che andava sequestrata: "Il capo - le hanno detto in inglese - aveva visto sul mio profilo Instagram alcune foto da cui era evidente che io sono una mamma con un bambino piccolo, e questo era contro le regole".
Non è stata liberata subito, però, perché "nel frattempo l'organizzazione aveva pubblicato sul deep web due foto scattatemi poco dopo l'aggressione, mentre ero incosciente" e "alcuni utenti avevano già espresso interesse per la mia vendita".
LA BLACK DEATH - L'unico finora arrestato per il sequestro è il trentenne polacco Pavel Lukas Herba che, durante la detenzione della ragazza, le ha raccontato dettagli su questa misteriosa struttura, la "Black Death", un'organizzazione criminale già da un anno nel mirino dell'Europol.
"Mi ha spiegato che tutte le ragazze sono destinate ai Paesi arabi, che quando l'acquirente si è stancato della ragazza comprata all'asta la può regalare ad altre persone".
(Redazione Online/D)
IL SEQUESTRO: