False relazioni per ingannare i giudici e provocare l'allontanamento dei bambini dalle loro famiglie naturali. Minori sottoposti a veri e propri "lavaggi del cervello", convinti anche di essere vittime di abusi sessuali.

È il raccapricciante scenario che emerge dalla chiusura dell'inchiesta "Angeli e Demoni" sugli affidi nella Val d'Enza. A 26 persone è stato recapitato l'avviso di chiusura indagini, solitamente preludio alla richiesta di rinvio a giudizio.

Figura chiave secondo l'accusa è Federica Anghinolfi, ex direttrice del Servizio sociale della zona. L'indagata non solo avrebbe attestato il falso nelle relazioni, ma avrebbe costretto anche altri assistenti sociali a farlo, approfittando della sua posizione di "dominanza".

In un caso avrebbe fatto pressioni per ottenere una relazione che avrebbe portato all'allontanamento di una bimba dalla sua famiglia. E lo avrebbe fatto anche sfruttando una falsa indicazione sull'esistenza di una setta satanica di pedofili da cui dover difendere i bambini e la sua stessa incolumità, in quanto - diceva - "gli appartenenti alla setta pedinano gli operatori sociali".

La donna deve anche rispondere di depistaggio in concorso con Francesco Monopoli, altro assistente sociale: questo perché avrebbe modificato lo stato dei fascicoli dei servizi sociali, sottraendo e nascondendo i diari su cui gli operatori prendevano appunti, allo scopo di ostacolare le indagini

IL LUPO CATTIVO - Poi c'è caso di Nadia Bolognini, psicoterapeuta. Lei si sarebbe addirittura travestita da lupo o da altri personaggi cattivi dei racconti popolari, inseguento un bambino all'interno del proprio studio e urlandogli contro "col dichiarato fine di punirlo e sottometterlo". Tutto questo per associare la figura del lupo cattivo al compagno della madre.

La Bolognini è accusata di aver alterato lo stato psicologico di diversi minori e di aver anche utilizzato in alcuni casi la "macchinetta dei ricordi", uno strumento ad impulsi elettromagnetici attraverso il quale avrebbe estrapolato i ricordi traumatici presenti nella mente del bambino.

I REGALI - Ci sono poi i regali e le lettere dei genitori naturali, consegnati al servizio sociale della Val d'Enza ma mai fatti arrivare ai bambini in affido. Un modus operandi che emerge con chiarezza da un messaggio in una chat di gruppo acquisito agli atti: "Avviso tutti i colleghi - si legge - che i pacchi con i regali dei bimbi allontanati dalle famiglie continuano ad aumentare sempre più e siccome non vengono consegnati per diversi motivi, anche perché nella maggior parte dei casi è meglio non farli avere ai bimbi, direi che la regola per il 2019 è quella che per salvare capre e cavoli diciamo ai genitori che il servizio non accetta alcun pacco da consegnare ai propri figli a meno che non lo facciano loro durante gli incontri protetti, laddove ci sono".

IL SINDACO - Esce invece parecchio ridimensionata, con la caduta di due capi di imputazione sui quattro inizialmente contestati, la posizione del sindaco di Bibbiano Andrea Carletti. Il primo cittadino resta accusato di un'ipotesi di abuso d'ufficio e una di falso.

Secondo la Procura Carletti "contribuì a rendere possibile lo stabile insediamento di terapeuti della onlus Hansel e Gretel all'interno dei locali della struttura pubblica 'La cura', pur consapevole dell'assenza di una procedura ad evidenza pubblica e dell'illiceità del sistema".

(Unioneonline/L)
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