Non solo i ritardi nelle consegne dei vaccini da parte di Pfizer, ora ci sono anche le date posticipate da parte di AstraZeneca, e quindi il governo deve rimettere mano al piano e rivedere gli obiettivi, con il premier Giuseppe Conte che attacca le case farmaceutiche e bolla come "inaccettabili" i tagli annunciati da AstraZeneca. "Sono gravi violazioni contrattuali - dice - che producono danni enormi all'Italia, il nostro piano è stato elaborato sulla base di impegni contrattuali liberamente assunti, ecco perché, annuncia, "ricorreremo a tutti gli strumenti e a tutte le iniziative legali per rivendicarne il rispetto".

Domani le prime attività: una diffida per inadempimento e un esposto ai pm per potenziale danno alla salute, entrambi da presentare in Italia, e una richiesta a nome del governo e delle Regioni al foro di Bruxelles per inadempimento.

Non solo il nostro Paese, anche l'Unione europea vuole chiarimenti e per questo ha convocato, sempre per domani, l'azienda inglese al fine di ottenere un programma chiaro che consenta di pianificare le consegne e accelerare la distribuzione.

Ma il governo deve fare i conti anche con altre due problemi sul tavolo: l'allarme che arriva da diversi centri vaccinali regionali, tra cui Lombardia, Sicilia ed Emilia Romagna, sulla mancanza di siringhe di precisione (QUI LE DICHIARAZIONI DEL COMMISSARIO ARCURI), e la necessità di evitare che le varianti del Covid, da quella inglese a quella sudafricana che preoccupa molto di più, facciano esplodere i contagi anche in Italia come già avvenuto in diversi Stati europei.

Dal canto suo, il governo, con il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia, ha convocato le regioni assieme a Speranza e Arcuri per aggiornare il piano vaccini presentato dal ministro della Salute al Parlamento il 2 dicembre. Le prime dosi di AstraZeneca, se il vaccino avrà il via libera dell'Ema, arriveranno il 15 febbraio, poi ancora il 28 e il 15 marzo. In base al piano inziale, nel primo trimestre del 2021 sarebbero dovute arrivare in Italia 28 milioni e 269mila dosi. Una quantità che non sarà rispettata: entro la fine di marzo le dosi a disposizione saranno meno di 15 milioni, dunque circa la metà di quanto previsto.

AstraZeneca ha confermato la riduzione a causa di un problema alla produzione.

"È evidente - ha confermato oggi Boccia - che se i vaccini non ci sono, slitta di qualche settimana o mese l'immunità di gregge. Non dipende da noi ma dalle aziende che forniscono i vaccini".

"Pretendiamo che quei numeri siano ripristinati" ha aggiunto, sottolineando che "se ci sono problemi produttivi" per i ritardi "devono spiegarceli" ma, "se i vaccini destinati all'Ue finiscono in altri continenti, è molto grave".

(Unioneonline/s.s.)
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