Dopo la svolta di ieri, con il carabiniere Francesco Tedesco che ha accusato due colleghi del pestaggio di Stefano Cucchi, altri due militari sono indagati nell'ambito degli accertamenti sui presunti atti falsificati seguiti alla morte del 31enne romano, avvenuta nell'ottobre del 2009.

Si tratta di Francesco Di Sano, carabiniere della stazione di Tor Sapienza, e del luogotenente Massimiliano Colombo, comandante della stessa caserma, accusato di falso ideologico.

Colombo sarà interrogato la prossima settimana dai pm della procura della Capitale.

Nei giorni scorsi è stato sottoposto a una perquisizione, che puntava a individuare eventuali comunicazioni tra lui e i suoi superiori sul caso.

Tedesco verrà ascoltato in aula, nell'ambito del dibattimento, al massimo entro il prossimo gennaio.

Ilaria Cucchi (Ansa)
Ilaria Cucchi (Ansa)
Ilaria Cucchi (Ansa)

CUCCHI: "IO AL VIMINALE? SE SALVINI CHIEDE SCUSA" - "Il giorno in cui il ministro dell'Interno chiederà scusa a me, alla mia famiglia e a Stefano allora potrò pensare di andare al Viminale. Prima di allora, non credo proprio". Così Ilaria Cucchi ha risposto a Matteo Salvini, che ieri - dopo la clamorosa svolta nel processo sulla morte del giovane romano - ha invitato la famiglia al Viminale".

Il ministro dell'Interno in passato ha polemizzato diverse volte con Ilaria e la sua battaglia per ottenere la verità sulla morte del fratello, arrivando anche a dire che la donna "dovrebbe vergognarsi".

"Io dico sempre che Stefano è morto perché era un ultimo, perché abbiamo una giustizia con due pesi e due misure, forte coi deboli e debole coi forti. Vero, non me lo riporterà indietro nessuno, ma l'unica cosa che mi dà la forza di andare avanti è provare a dar voce a tutti gli ultimi, a tutti gli altri Stefano di cui non importa niente a nessuno, che subiscono quotidianamente soprusi nel disinteresse generale", ha aggiunto Ilaria.

Ascoltare il racconto del pestaggio fatto dal carabiniere Francesco Tedesco per lei è stato "terribile". "Avevo voglia di piangere. Ho letto quelle parole, nero su bianco, la brutalità, la cattiveria che ha dovuto subire mio fratello".

Ilaria punta il dito anche contro l'omertà di quella terribile settimana che ha portato alla morte di Stefano: "In quei sei giorni in cui moriva da solo come un cane in realtà mio fratello non era solo, Lui è stato visto ed è entrato in contatto con qualcosa come 140 o 150 pubblici ufficiali. E stava malissimo, già nell'udienza di convalida dell'arresto non riusciva a parlare tanto bene. Nessuna di quelle persone è stata capace di guardare oltre il pregiudizio e di vedere oltre quel detenuto un essere umano che stava morendo, perché se lo avessero fatto ora non esisterebbe nessun caso Cucchi".

Poi un pensiero su Francesco Tedesco, il carabiniere presente al momento del pestaggio che a distanza di nove anni ha squarciato il velo di omertà che avvolgeva la vicenda di Stefano: "Apprendo che fece da subito una chiara denuncia scritta di quanto successo, ma questa denuncia è sparita. Perché ha parlato dopo nove anni? Non lo giustifico, ma lo comprendo. Vedo quel che sta subendo il suo collega Riccardo Casamassima, un altro carabiniere che ha denunciato ciò di cui era a conoscenza e che adesso viene penalizzato in tutti i modi dai suoi superiori".

(Unioneonline/L)

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