«Con la conferma che il 19 maggio si affacciò alla porta e vide il figlio in camera da letto con la ragazza, il presidente dello Senato mi ha dato un grande assist, in quanto riconosce e conferma che la ragazza era in casa sua. Questo semplifica tutto, perché ora il presidente del Senato è testimone primario di questo processo. Non solo ha dichiarato che la ragazza era in casa sua, ma anche che era nel letto con suo figlio dove è finita non si sa come, visto che non si frequentavano assiduamente. Sta venendo a galla la verità». Lo dice l'avvocato Stefano Benvenuto, legale della ragazza che ha denunciato Leonardo La Russa, figlio del senatore Ignazio, per violenza sessuale.

Secondo La Russa senior, intervenuto ieri sul caso, non ci sarebbe stato alcun reato. Ma l’avvocato della presunta vittima, intervistato dal Corriere, replica: «Non spetta alla seconda carica dello Stato stabilire se un elemento possa costituire o no un reato. Questo è compito esclusivo della magistratura alla quale, ribadisco ancora una volta, affido l'analisi di questo caso».

«Senza entrare nel merito dell'inchiesta coperta dal segreto – prosegue il legale la domanda che mi pongo da normale cittadino e non da avvocato è come possa una ragazza aver assunto cocaina e non ricordare nulla fino all'indomani. La cocaina è nota perché provoca eccitamento, non sonnolenza».

«Ciò a cui dovranno rispondere i magistrati – conclude Benvenuto – è se abbia assunto a sua insaputa sostanze diverse dalla cocaina che le hanno provocato un tale stordimento da non farle ricordare nulla e, in caso affermativo, chi gliele abbia date e se ci sia no il coinvolgimento di Leonardo La Russa».

(Unioneonline/l.f.) 

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