Anche in Sardegna torna a correre la pandemia, come in tutta Italia. Nell’Isola si registra una performance in peggioramento per gli attualmente positivi ogni 100mila abitanti (210 rispetto ai 168 del rilevamento precedente) con un aumento dei nuovi casi del 17,7% nella settimana tra l'8 e il 14 dicembre.

Lo rileva la Fondazione Gimbe. Cala l'incidenza nel Sassarese (da 78 a 60), ma aumenta nella Provincia di Nuoro (da 76 a 123) e raddoppia nella città metropolitana di Cagliari (da 33 a 69). Stabile, anche se in lieve incremento, nel Sud Sardegna (75) e e nell'Oristanese (61).

Sale di poco anche la pressione negli ospedali anche se restano sotto soglia di saturazione i posti letto in area medica (5%) e in terapia intensiva (3%) occupati da pazienti Covid-19.

VACCINI – Quanto alla campagna vaccinale, la popolazione sarda che ha completato il ciclo vaccinale è pari al 78,9%, poco sopra la media italiana che si attesta, invece, sul 77,6%.

In più c'è un ulteriore 2,4% di sardi che ha ricevuto solo la prima dose. Secondo i dati del Governo, attualmente le persone residenti nell'Isola vaccinate sono 1.261.557 su 2.838.828 dosi arrivate in Sardegna, con una media di circa 800 prime somministrazioni al giorno e circa 15mila complessive, comprese le terze dosi.

Il tasso di copertura vaccinale con terza dose è del 59,2% mentre la media dell'Italia si attesta al 61,4%. Oggi intanto si parte con i vaccini ai bimbi tra i 5 e gli 11 anni.

IN ITALIA – Da due mesi in tutto il territorio nazionale non accenna a rallentare l'epidemia che sta progressivamente "portando verso una pericolosa congestione degli ospedali", si legge nel dossier.

Nella settimana 8-14 dicembre, rispetto alla precedente, crescono di circa il 18% i nuovi casi e i decessi. "Sul fronte ospedaliero aumentano ancora i posti letto occupati da pazienti Covid: +17,9% in area medica e +11,2% in terapia intensiva”. Tuttavia, nelle ultime settimane "si è ridotta la percentuale di pazienti ricoverati in area medica e in intensiva rispetto ai positivi", grazie all'incremento delle terze dosi.

Nel dettaglio, il report vede un aumento di nuovi casi (124.568 rispetto a 105.771 della settimana precedente, pari a +17,8%). In aumento anche i casi attualmente positivi (297.394 rispetto a 240.894, pari a +23,5%), i ricoverati con sintomi (7.163 rispetto a 6.078, pari a +17,9) e le terapie intensive (863 rispetto a 776, pari a +11,2%). Incrementa nettamente il rapporto tra positivi e persone testate (da 3,6% a 23,9%) e sono in aumento del 18,8% anche i decessi, che sono stati 663 negli ultimi 7 giorni rispetto a 558.

"Da due mesi continuano ad aumentare i nuovi casi" e la media giornaliera settimanale è passata da 2.456 del 15 ottobre a 17.795 del 14 dicembre. A calare è invece la percentuale dei pazienti ricoverati in area medica e in terapia intensiva sul totale degli attualmente positivi, che per l'area medica è scesa dal 3,47% del 7 novembre al 2,41% del 14 dicembre e per le terapie intensive dallo 0,47% del 21 ottobre allo 0,30% del 14 dicembre. Nonostante l'aumentata pressione sugli ospedali e "a fronte di un numero di tamponi sostanzialmente stabile - spiega Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe - questo dato è verosimilmente da imputare all'incremento delle terze dosi, che riportano l'efficacia a valori più elevati".

(Unioneonline/D)

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