"Ho smembrato il corpo, ma non l'ho uccisa io".

Questa la versione dei fatti fornita da Giulia Stanganini, l'operaia disoccupata di 37 anni arrestata venerdì a Genova, nel quartiere di Marassi, con l'accusa di aver procurato la morte di sua madre, Loredana Stupazzoni, 63 anni, per poi infierire sul cadavere, facendolo a pezzi.

Difesa dall'avvocato Claudia Mariani, la 37enne ha spiegato di avere trovato la mamma impiccata in cucina e di averne smembrato il corpo dopo alcuni giorni.

"Non so perché l'ho fatto - ha detto nel corso dell'interrogatorio davanti al gip Riccardo Ghio - ho avuto paura, non ho capito più nulla. Poi, quando mi sono ripresa, sono andata dalla polizia".

Gli inquirenti, però, non credono a questa versione e il pm Sabrina Monteverde ipotizza l'omicidio volontario.

Nei prossimi giorni la donna dovrebbe essere sottoposta a perizia psichiatrica.

Intanto, si indaga sul movente. Secondo una prima ipotesi, tra madre e figlia i rapporti erano precipitati dopo la morte del figlioletto della 37enne, colpito da una crisi respiratoria. Una tragedia di cui la 63enne incolpava la figlia.

Un'accusa che sarebbe stata più volte fonti di liti tra le due donne.

(Unioneonline/l.f.)
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