“Gettata deliberatamente”: svolta sulla morte di Fatima, morta cadendo dal balcone a 3 anni
Cambia da omicidio colposo a volontario l’accusa nei confronti di Mohssine Azhar, 32enne compagno della madre
Mohssine Azhar (Ansa)
Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Non un gioco finito in tragedia, ma un atto deliberato avrebbe causato la morte di Fatima, la bimba di tre anni e mezzo morta lo scorso 13 gennaio dopo essere caduta dal quinto piano in un cortile di una palazzina a Torino.
L’accusa al compagno della madre, il 32enne Mohssine Azhar, è cambiata: non più omicidio colposo, reato per cui l’uomo era in carcere ma stava per uscire per scadenza dei termini della custodia cautelare, ma omicidio volontario.
A portare alla svolta il racconto di Maria, mamma della piccola Fatima, e alcuni accertamenti tecnici.
“Ha afferrato Fatima poco prima che potessi prenderla io e l'ha gettata dal balcone”, ha detto la madre della bimba. La piccola era salita dal patrigno per ringraziarlo per un gioco: ma lui, arrabbiato con la donna e alterato per l’effetto di alcol o stupefacenti, l’ha allontanata bruscamente da sé facendola rotolare a terra. Un amico presente nell’appertamento ha raccolto la bimba per consegnarla alla madre, che nel frattempo era salita e aveva raggiunto il ballatoio, ma proprio in quel momento Azhar l’avrebbe afferrata e gettata deliberatamente dal balcone. Subito dopo la caduta di Fatima la mamma, in stato di forte choc, non era riuscita a esporre i fatti in maniera coerente.
Ci sono poi i calcoli della traiettoria della caduta e gli incroci con le ferite trovate sulla bimba. I consulenti della Procura insieme alla Polizia scientifica hanno concluso che non si poteva trattare di un evento accidentale. Il corpicino ha toccato il suolo a una distanza di circa 2 metri e 60 rispetto al balcone: troppo lontano, quindi, per ipotizzare che fosse semplicemente scivolata dalle mani di Azhar. Una telecamera di sorveglianza ha anche ripreso il momento dell'impatto sull'asfalto: dall'analisi del filmato (che dura un paio di secondi) si ricava, secondo gli specialisti, che la caduta non è stata verticale.
A indurre alla modifica del titolo di reato anche il fatto che Azhar doveva essere scarcerato il 12 aprile per decorrenza dei termini di custodia cautelare e il timore che l’uomo intendesse partire per la Tunisia.
(Unioneonline/L)