Fermo di 20 giorni per la Geo Barents, la nave della Ong Medici senza frontiere arrivata ieri a Marina di Carrara con 249 migranti soccorsi, in tre diverse operazioni, al largo della Libia. Dei migranti soccorsi 80 sono minori (63 maschi e 17 femmine, di cui una incinta e una madre di una bimba di 11 mesi).

La detenzione, spiega Medici senza frontiere, «è per non aver osservato sabato scorso le istruzioni della guardia costiera libica ed aver messo in pericolo le persone soccorse. Ma sono stati i libici ad aver tentato di interrompere il salvataggio minacciando il nostro equipaggio e i naufraghi. Faremo appello». Al capitano della Geo Barents, in sostanza, sarebbe stato contestato di non essersi recato nel porto sicuro più vicino assegnato.

L’infrazione è emersa in seguito agli accertamenti specifici che la Guardia Costiera e la Squadra Mobile hanno fatto al momento dello sbarco dei clandestini: dal controllo del giornale di bordo e mediante il confronto con i dati, relativi agli spostamenti della nave registrati dal Gps è stato possibile verificare quanti migranti e in quali aree sono stati caricati. L’infrazione contestata alla Geo Barents rientra nel secondo comma del decreto n.1/2023, voluto dal ministro Piantedosi e si riferisce nel caso specifico alla scelta del comandante di non aderire alle richieste dell’autorità SAR (zone per le attività di ricerca e soccorso in mare - Search and Rescue). Il reato sarebbe stato commesso nelle acque al largo della Libia. Si tratta del ventesimo fermo disposto per una nave umanitaria in seguito al decreto Piantedosi del gennaio 2023.

«È la Guardia costiera libica, finanziata dall'Ue, a mettere in pericolo la vita delle persone, mentre coloro che cercano di salvare vite umane vengono sanzionati», afferma Juan Matias Gil, rappresentante delle operazioni di ricerca e salvataggio di Msf. «Le continue vessazioni nei confronti delle navi di soccorso delle ong e il deliberato ostacolo alle attività di salvataggio in mare da parte dell'Italia - aggiunge - sono scandalosi e non faranno altro che portare a più morti in mare».

(Unioneonline/v.l.)

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