"A Genova, lo Stato ha tradito la fiducia che i cittadini ripongono nei confronti delle istituzioni. Con il Ponte Morandi sono crollate le fondamenta del vivere civile, che è alla base della nostra comunità. La realizzazione del Viadotto San Giorgio è un primo passo verso il ripristino di questo legame". Parole forti quelle di Mario Draghi nel terzo anniversario del crollo del ponte Morandi.

LA CERIMONIA – Con l'esecuzione per voce e piano dell'Adagio in sol minore di Albinoni e i nomi delle 43 vittime che sono passati sul maxischermo allestito nella Radura della Memoria sono iniziate le celebrazioni per il ricordo delle 43 vittime del crollo, a tre anni dalla tragedia. Deposte tre corone con rose bianche e rosse: una l'ha inviata il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, una il Governo e una è dei familiari delle vittime.

L’architetto Stefano Boeri ha presentato il suo progetto del memoriale, per cui oggi sono iniziati i lavori propedeutici alla realizzazione:  "Ormai un anno e mezzo fa abbiamo visitato questo spazio, sono stati i familiari delle vittime a volere che fosse realizzato qui, dove c'era la pila 9 (quella che cedendo ha innescato il crollo del viadotto, ndr) - ha detto - la forza delle macerie era già un invito a costruirlo qui".

Sulla Radura della Memoria sono presenti i ministri Cartabia e Giovannini, il governatore Toti e il sindaco Bucci, le più alte cariche civili e militari della Liguria oltre che l’arcivescovo di Genova monsignor Tasca e l'imam Salah Hussein.

In mattinata c’è stata la celebrazione della messa, alle 11.36 – momento del crollo – il minuto di silenzio, mentre cittadini comuni e sfollati lanciavano 43 rose bianche nel torrente Polcevera.

“NON C’E’ RISCHIO PRESCRIZIONE” – Per la tragedia del ponte Morandi la procura di Genova ha rinviato a giudizio 59 persone, tra le quali gli ex vertici di Aspi e della ex controllata Spea incaricata delle manutenzioni, e le stesse società. Le accuse, a vario titolo, sono di crollo doloso, attentato alla sicurezza dei trasporti, omicidio stradale, omicidio colposo plurimo, falso, omissione d'atti d'ufficio e rimozione dolosa di dispositivi per la sicurezza sui luoghi di lavoro.

Il ministro della Giustizia Marta Cartabia si è commossa: “Sono qui da madre. Occorre sempre una chiara parola di giustizia e che la giustizia arrivi presto, una giustizia che guarda sempre alle

persone”, ha detto.

Poi ha rassicurato i presenti: “Non c'è e non c’è mai stato rischio di prescrizione per il processo sul ponte Morandi, almeno per i reati più gravi".

(Unioneonline/L)

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